Claudio Roselli
Cronaca

Tormentava moglie e figlia anche dopo la separazione

Il padre-padrone di Anghiari sembra avesse minacciato il suicidio poi era nuovamente andato sotto casa tentando di portarsi via la ragazzina

Aveva continuato a importunarle anche dopo la separazione ma hanno trovato il coraggio di denunciarlo, potendo contare sul sostegno delle forze dell’ordine. Stiamo parlando della ormai ex compagna e della figlia minorenne del 38enne operaio di Anghiari, il ribattezzato "padre padrone" accusato di soprusi e violenze fisiche e morali, per il quale giorni addietro sono scattati i divieti di avvicinamento e di contatto anche telefonico nei loro confronti. Ma la storia non sarebbe finita con la denuncia di inizio maggio: alla fine dello scorso mese, con madre e figlia già trasferite da qualche settimana al sicuro in un Comune di un’altra regione, si sarebbero verificati gli episodi che hanno indotto il pm Julia Maggiore e il Gip Giulia Soldini a chiedere e a emettere i drastici provvedimenti di totale allontanamento. A parte il fatto che aveva continuato a importunarle, beccandosi pure due multe per inosservanza delle disposizioni sul Covid-19, in una telefonata notturna l’uomo avrebbe manifestato alla figlia l’intenzione di suicidarsi, poiché non accettava di rimanere solo e quindi le rivoleva a casa a tutti i costi. La ex compagna, che fino all’ultimo aveva tentato di farlo ragionare con un atteggiamento conciliante (senza però riuscire a scardinare una mentalità tipicamente maschilista), lo avrebbe richiamato sempre al telefono e, non ricevendo risposta, si sarebbe rivolta ai carabinieri, invitandoli a recarsi nell’abitazione di Anghiari per controllare cosa facesse. I militari non lo avevano trovato, perché in realtà il 38enne – invece di mettere in atto il suo proposito – era di nuovo finito sotto l’attuale domicilio della donna e della figlia, strappando il cellulare alla prima e tentando di portarsi via la figlia.

La madre vedendo la figlia in pericolo, lo avrebbe strattonato e spostato verso l’auto, trovando in quel frangente un valido alleato nel cane, che avrebbe sferrato un morso nel fondoschiena all’uomo, autore poi – così risulta - di una sorta di sceneggiata tendente soltanto ad amplificare le conseguenze dell’intervento dell’animale, costato alla donna una sanzione che lei ha pagato. Il giorno seguente, l’operaio anghiarese era ancora in zona e allora la ex convivente – difesa dall’avvocato Lucio Massimo Zanelli – si è decisa a rivolgersi alla polizia, protagonista di un eccellente operato assieme ai carabinieri di Anghiari, poiché la situazione venutasi a creare nell’ultimo anno era divenuta insostenibile, come più volte è stato ripetuto anche in sede di cronaca: era un continuo ripetersi di atti persecutori nei confronti della donna e della figlia.