Scoperta e sequestrata discarica abusiva di rifiuti speciali: nei guai noto imprenditore

Operazione dei carabinieri forestali, si accorgono dell'anomalia intervenendo sulla piazzola della E45: migliaia di metri cubi di materiale organico stoccati su un campo

Il sequestro eseguito dai carabinieri forestali

Il sequestro eseguito dai carabinieri forestali

Arezzo, 16 marzo 2018 - Sequestrato  maxi stoccaggio di rifiuti speciali, denunciati un'importante azienda agricola e un noto imprenditore di Sansepolcro. Un'operazione nata ai margini degli interventi condotti sulla E45, e sulla piazzola franata, dai Carabinieri Forestali della Procura di Arezzo.

Hanno notatio a Falcigiano alcuni seminativi con una vistosa alterazione cromatica bianca e pertanto sono andati ad accertare  natura e origine di quanto avvistato. Arrivati sull’area si sono trovati di fronte a migliaia di metri cubi di materiale organico, in parte ancora imballato con plastica, stoccato sul suolo, colpito da pioggia battente, da cui si originava  percolato marrone che oltre a invadere i campi circostanti si riversava sul reticolo idrografico adiacente colorandolo di arancione intenso.

Accertata la situazione di particolare emergenza hanno fatto  intervenire sul posto sia il Comando Stazione Carabinieri Forestale di Sansepolcro coadiuvato da quello di Badia Tedalda e, a seguire, anche il Dipartimento Arpat di Arezzo per l’avvio di tutti i campionamenti necessari per determinare natura e composizione del percolato. Contestualmente partivano d’iniziativa tutte le indagini necessarie, dagli accertamenti catastali, ai rilievi aerei, alla raccolta delle prime testimonianze.

Nel giro  di qualche ora i carabinieri erano già risaliti all’autore dello stoccaggio illecito e al proprietario del terreno che sono fatti giungere sul posto affinchè partecipassero alle attività in itinere e si rendessero conto della grave situazione creata.  Dal confronto tra Carabinieri e Arpat è scaturito l’immediato sequestro preventivo dell’area per sottrarla agli aventi diritto e interrompere il reato in corso in quanto il sito, di proprietà di un noto biturgense,  veniva continuamente alimentato con materiale organico derivante dal ciclo produttivo di una importante azienda agricola  delle vicinanze condotta.

Sequestro poli convalidato dal Tribunale che oltre a  riconoscere la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza desumibili dagli accertamenti svolti d’iniziativa dalla Polizia Giudiziaria ha ritenuto che la disponibilità delle aree e dei rifiuti stoccati potevano aggravare, oltre che protrarre, le conseguenze del reato ipotizzato: reato che è gestione illecita (stoccaggio non autorizzato), abbandono di rifiuti speciali e smaltimento illecito di percolato.

Lo stoccaggio non solo è soggetto a specifica autorizzazione che, nel caso scoperto, non era mai stata rilasciata, e che comunque non può mai avvenire in quelle modalità perché il materiale deve essere collocato su fondo impermeabile e il percolato regolarmente regimato e raccolto per successivo  smaltimento. Adesso verrà dato il via allo smaltimento controllato e al rispristino dello stato dei luoghi.