LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Prete globetrotter a 91 anni Vescovo alla festa a sorpresa

Ancora adesso ogni settimana corre in auto da Rimini a Sestino per dire Messa. Si trova di fronte Migliavacca, sui monti per lui: "Ma lei è..." e scoppia a piangere.

Prete globetrotter a 91 anni Vescovo alla festa a sorpresa

di Lucia Bigozzi

"Chi è quel giovanotto?" domanda don Arialdo Ruggieri davanti alla Pieve di San Gianni, incastonata nelle montagne dell’alta Valtiberina, appena sotto il Sasso di Simone, l’ultimo lembo di Toscana, tra boschi e prati, che incrocia gli altopiani di Romagna e Marche. Un luogo a un passo dal cielo, dove la primavera avanza e il sole di marzo impone una luce prorompente. E’ qui che quel "giovanotto" raggiunge il sacerdote, da 65 anni pastore delle anime (una trentina rimaste tra queste montagne) della frazione nel comune di Sestino, che ieri ha tagliato il traguardo dei 91 anni.

E’ un "giovanotto", sì ma è anche il vescovo della diocesi: lui, monsignor Andrea Migliavacca. Quando lo vede avvicinarsi, l’anziano sacerdote lo riconosce e gli occhi si riempiono di lacrime: "Ma è il vescovo! Che gioia! Non me l’aspettavo. Ma sa che in tutti questi anni nessun vescovo è venuto fin quassù?". La voce spezzata dall’emozione, come quella di un bambino senza parole davanti alla sorpresa più bella. E per lui che desiderava incontrare il vescovo Andrea (lo segue puntualmente sui social dal pc della sua camera) è stato un regalo "indimenticabile". Dirà più tardi che ha provato la stessa emozione del primo giorno in cui arrivò a San Gianni in motocicletta, nel 1958, "vidi la chiesa e mi si allargò il cuore...".

Le mani dell’anziano prete e del giovane vescovo (la nomina nel 2015 a 48 anni, presule più giovane d’Italia) si stringono quasi in un passaggio di consegne generazionale, ma in quell’intreccio c’è di più. C’è umanità, stima, vicinanza, e quel pizzico di complicità che la tonaca rinsalda. "Sono voluto venire a conoscerla e a festeggiarla nel giorno del suo compleanno", sorride Migliavacca a un incredulo don Arialdo. Lui non perde il piglio della battuta e replica: "Vede Eccellenza? Guardi che spettacolo tutt’intorno, la bellezza del Creato, dono del Biondo... Io qui ci morirei volentieri". Il Biondo è un Crocefisso ligneo di scuola giottesca che campeggia nella piccola chiesina della Pieve: Gesù è rappresentato con la figura di un giovane uomo dai capelli biondi. Di qui l’appellativo confidenziale coniato da don Arialdo che intesse lunghi dialoghi con il Crocefisso, un pò alla don Camillo.

In pensione da una decina di anni, l’anziano sacerdote vive nella casa del clero a Rimini, ma ogni domenica e con ogni tempo, mette in moto la sua Panda e fa sessanta chilometri tra le montagne per raggiungere San Gianni, pur di assicurare la Messa ai suoi parrocchiani. "Una testimonianza di fede che arricchisce tutti noi", commenta il vescovo Andrea che celebra la Messa insieme a don Arialdo, don Alessandro Bivignani, proposto di Anghiari e don Piero, parroco di Sestino, traendo spunto dalla liturgia del giorno e dal brano del profeta Geremia si sofferma sul concetto di felicità rintracciando nella missione di don Arialdo il profilo di un prete felice "in cammino e in dialogo con il Biondo. Una vita tuttora spesa per gli altri". E il cammino del sacerdote novantenne si misura anche in chilometri, tra Rimini a San Gianni.

E’ un attimo di eternità che cristallizza l’intensità di una cerimonia semplice e autentica. C’è ancora tempo per un pranzo davanti al focolare della canonica, con i sacerdoti, Simona a Giuseppe, amici del vescovo arrivati da San Miniato, Aldo e Maria Rosa che si prendono cura della chiesetta e hanno preparato la festa per don Arialdo. C’è la torta, l’applauso, il brindisi, il calore dell’amicizia. Arriva anche il sindaco di Sestino Franco Dori ad abbracciare il sacerdote che qui, tra queste montagne, ha lasciato una traccia indelebile.