LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Poveri, una grande mensa in centro. Si trasferisce quella al Giotto. Un fondo per chi perde il lavoro

Gli annunci del vescovo: pasti a Santa Maria? "L’odissea della Fimer, l’incubo delle donne uccise"

Poveri, una grande mensa in centro. Si trasferisce quella al Giotto. Un fondo per chi perde il lavoro

Poveri, una grande mensa in centro. Si trasferisce quella al Giotto. Un fondo per chi perde il lavoro

"Dedicare parte dei fondi dell’8 per mille alle emergenze legate al lavoro". Lancia il progetto il vescovo Andrea che proprio sul lavoro apre una "vertenza" sociale.

Vescovo, un anno d’incontri: quale è rimasto più impresso?

"L’incontro nel prato del duomo coi bambini e i ragazzi degli oratori estivi. Un incontro festoso e che mi ha mostrato un volto bello delle parrocchie. Aggiungo l’incontro spontaneo con le persone in duomo nel giorno della Madonna del Conforto".

Quali le richieste più pressanti fatte al vescovo?

"Richieste relative alla gestione di parrocchie o immobili; domanda di attenzione e di intervento da parte delle persone. Ci sono poi domande legate al conoscersi: in tanti mi hanno detto: venga a visitare la nostra realtà".

L’ombra della crisi è tra noi: lo ha toccato con mano e come?

"C’è una crisi tangibile che si coglie nell’umore delle persone. A volte c’è sfiducia e stanchezza

rispetto al futuro ed è una condizione che chiede di intervenire. C’è poi una povertà più diffusa, ramificata in coloro che fanno ricorso ai servizi della Caritas, ad esempio attraverso la consegna di pacchi alimentari anche a famiglie non in una situazione di bisogno straordinaria. C’è una percezione di povertà più diffusa e che tocca l’ordinario, non solo l’emergenza".

Sono aumentati gli accessi ai servizi Caritas? E la mensa del Giotto verrà trasferita?

"Sono aumentati non solo ad Arezzo ma nel territorio della diocesi e sono grato alle Caritas parrocchiane e ai centri di ascolto che lavorano in modo capillare. Ho visitato la mensa del Giotto e quella di San Domenico: ho costatato che è un servizio molto importante e che a livello strutturale ha bisogno di maggiore qualificazione".

Che vuol dire?

"Abbiamo il progetto di realizzare un unico centro mensa della Caritas, un nuovo centro più qualificato che contiamo di realizzare in tempi brevi, spero entro l’estate in una zona nella parte alta del centro".

Il lavoro è una delle sue priorità: come ha vissuto le grandi crisi, penso alla Fimer? Ha mantenuto rapporti con gli operai?

"La visita alla Fimer è stata nel momento più critico: ho deciso di andare perchè volevo ascoltare direttamente e dare un segno di presenza. Mi sono tenuto aggiornato sull’andamento della situazione. È stato un incontro in una fase di emergenza, ma rappresenta un campanello di allarme sul quadro produttivo in una fase di rallentamento dello sviluppo dopo la forte spinta post-Covid".

Come va affrontato?

"Credo che il tema del lavoro richieda l’investimento di energie e supporto per ogni struttura industriale, commerciale, artigianale e agricola, per superare la fase di crisi e rilanciare".

In che modo?

"Il supporto può venire dal contributo delle istituzioni. Come Caritas c’è il progetto di dedicare parte dei fondi dell’8 per mille alle emergenze sul lavoro".

A cosa pensa in concreto?

"A una sorta di cassa di sostegno, ad esempio per chi perde il lavoro e nella fase di passaggio necessita di un aiuto".

L’anno delle violenze: qui la tragedia di Sara Brunetta. Cosa l’ha colpita?

"Una tragedia che lascia amarezza e desiderio di vicinanza per chi è nella sofferenza. Lo sento anche come appello al compito educativo della comunità adulta".

Perchè cresce la violenza nelle famiglie?

"Viviamo un tempo con tante problematiche; questo richiede la vicinanza delle grandi realtà comunitarie come la Chiesa e la capacità di ascolto".

Dopo le Lectio, pensa a un modello ispirato a Martini?

"Il progetto è accogliere la Parola. La modalità attuale è quella delle Lectio intesa come condivisione della Parola di Dio. Le forme possono cambiare. A marzo per iniziativa del Serra club, in San Michele verrà letto 24 ore su 24 il Nuovo Testamento".

Un pregio e un difetto degli aretini?

"Il pregio è la vivacità; l’aspetto su cui si può crescere di più è la solidarietà e la coesione".

L’augurio agli aretini dalle colonne de La Nazione?

"La pace, nel mondo ma auguro anche che si ramifichi nella nostra vita quotidiana, nelle famiglie e tra i giovani".