
Lo scorso 8 dicembre sono ricorsi i 100 anni dall’istituzione dei Parchi e viali della Rimembranza in Italia. Proprio a 100 anni da questo evento è stato pubblicato il volume "La Grande Guerra e il ricordo. Parchi e viali della Rimembranza". Le ricerche sono state effettuate nei principali archivi fiorentini come la biblioteca Nazionale Centrale, Archivio Storico comunale di Firenze e l’archivio di Stato di Arezzo. L’ideatore dei Parchi e viali della Rimembranza Dario Lupi era nato a San Giovanni Valdarno e ha svolto cariche politiche anche ad Arezzo. "La Grande Guerra e il ricordo. Parchi e viali della Rimembranza" è il titolo di un volume del giovane storico Matteo Nanni, con cui l’autore ricostruisce la genesi e lo sviluppo dei parchi e viali della Rimembranza in Italia: dalle carte trascritte, esce fuori il ritratto di una società profondamente scossa dai lutti della Prima Guerra Mondiale – che causò la perdita di 680.000 giovani, caduti in battaglia o morti per malattia - e per questo costretta ad elaborare un lutto enorme che aveva colpito quasi ogni famiglia. Il volume, prendendo come filo conduttore il ricordo dei caduti, analizza il contesto storico italiano dai primi anni del Novecento alla caduta del fascismo, in cui le piazze d’Italia vengono trasformate in uno scenario dove milioni di persone celebrano le feste della nazione, gli anniversari del regime e la glorificazione degli eroi.
Per iniziativa di Dario Lupi, aretino di San Giovanni Valdarno, sottosegretario alla Pubblica Istruzione del primo governo Mussolini, vennero istituiti in Italia i parchi e i viali della Rimembranza, luoghi del ricordo carichi di spiritualità. A meno di un mese dalla marcia su Roma il neo sottosegretario Dario Lupi, nel discorso di Fiesole del 26 novembre 1922, in occasione della "Festa degli alberi", lanciò l’idea di istituire "in ogni città, in ogni paese, in ogni borgata" la Strada o il Parco della Rimembranza, affidando "quest’idea nobilissima e pietosa alle scolaresche d’Italia". La circolare n. 67 del 27 dicembre 1922, indirizzata ai Regi Provveditori agli studi, istituiva di fatto i parchi e viali della Rimembranza.
Affidava le prime istruzioni alle scuole italiane affinché scolari e studenti potessero, con tale gesto, onorare i caduti italiani e al tempo stesso coltivare quella che allora veniva chiamata la "religione della Patria". Per ogni caduto doveva essere piantato un albero con una targhetta e il nome del soldato; gli alberi potevano variare a seconda della regione, del clima, dell’altitudine.