La scommessa dell’agronomo: "Ho investito sul Casentino: ecco come nasce il mio vino"

Passione e amore per la propria terra: Puccini ha avviato l’azienda .

La scommessa dell’agronomo: "Ho investito sul Casentino: ecco come nasce il mio vino"

La scommessa dell’agronomo: "Ho investito sul Casentino: ecco come nasce il mio vino"

STIA

Passione, determinazione e amore per la propria terra. Sono questi gli ingredienti che hanno portato Alessio Puccini, giovane agronomo di Stia, ad investire sul Casentino. Come racconta lui stesso "dopo il diploma di perito elettronico ho avuto la fortuna di studiare agraria all’università di Firenze. Una scelta di cuore, dettata dal desiderio di andare ad approfondire ciò che più mi piaceva. Vivo da sempre in campagna, mio nonno era contadino, coltivava grano oltre ad una piccola vigna dalla quale tirava fuori il vino da mettere in tavola tutti i giorni". "Conclusi gli studi ho subito cominciato l’attività di professionista come consulente – prosegue – ma pian piano il bisogno di toccare con mano si è fatto sempre più forte. Sentivo la necessità del contatto con la natura, un contatto che ti consente di alienarti meno ma che allo stesso tempo non ti permette pause e richiede sacrificio".

Ecco che sul suo cammino c’è stato un incontro fondamentale: quello con il vino che è avvenuto una decina di anni fa "entrando in una piccola cantina in cui mi sono subito sentito come da bambino, tra i tini dove il nonno fermentava le sue uve. Ho risentito quegli odori che mi hanno fatto capire di essere capitato al momento giusto nel posto giusto. Così è cominciato questo avvincente percorso. Sono entrato a far parte, insieme a Lucia, di un’azienda nata nei primi anni 2000 dalle mani di Vincenzo, persona eccezionale, oltre che agronomo e vinificatore di talento. L’azienda si trova a 500 metri, nel comune di Pratovecchio Stia, dove si coltivano 3 ettari di pinot noir". Un investimento sul proprio futuro e sull’economia della vallata, infatti il vino prodotto è conosciuto tra gli appassionati e viene venduto non solo in Casentino ma anche in Italia e in piccola parte all’estero.

Le tecniche utilizzate si basano su un profondo rispetto del territorio. "Si fa agricoltura biologica, impegnandosi a vinificare singolarmente ogni particella per poi, solo successivamente, assemblarle. In cantina si adotta una pratica il più artigianale possibile: cernita manuale dei grappoli, fermentazione spontanea in tini di legno aperti, affinamento in legno e cemento e imbottigliamento manuale per caduta senza filtrazione" entra nel dettaglio Alessio. E per il domani? "Il Casentino è la valle più fresca della Toscana e in questo contesto di cambiamento climatico dove le estati sono sempre più calde questo può rappresentare un autentico valore aggiunto. Allo stesso tempo l’innalzamento delle temperature, la siccità, l’acutizzarsi dei fenomeni atmosferici estremi sono tutti fattori che impattano fortemente sull’agricoltura".

Claudia Martini