"Io, collezionista d’arte": l’altra faccia di Pupo

Viaggio tra le "4 pareti" del cantante. Una galleria, specie del’900. "Sogno che l’appartamento del mio babbo diventi una casa museo"

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di Lucia Bigozzi

La nuova canzone è nata tra i quadri di un collezionista che non ti aspetti. Pupo, al secolo Enzo Ghinazzi, ha scritto il brano nuovo di zecca che venerdì testerà nello studio del fonico di fiducia ad Arezzo, nella sua casa di Ponticino dove custodisce una galleria di dipinti da far invidia ai collezionisti navigati. L’atmosfera che si respira tra "sanguigne" di Annigoni o tele di Ottone Rosai, Mino Maccari e Mario Tozzi solo per citarne alcuni, è quella dell’antiquario-battitore d’asta nel film "La migliore offerta" di Giuseppe Tornatore.

La "passione smisurata per l’arte", Pupo la dichiara con l’entusiasmo di un bambino e proprio ai banchi di scuola, riconduce la ragione di tanto feeling con la pittura, la scultura e l’antiquariato, come "l’orologio del Settecento francese al quale sono molto legato" o gli oggetti d’arte che raccontano dei suoi viaggi per il mondo tra un "Gelato al Cioccolato" e "Su di noi" che un anno fa ha compiuto i suoi (primi) 40 anni. Tra le "chicche" ordinate accanto al pianoforte a coda bianco e i numerosi dischi d’oro (l’ultimo nel 2019), spiccano scatole antiche, dipinte a mano con i monumenti della Russia. "Sono un esteta. Essere circondato dalla bellezza mi dà gioia. Mi piace pensare che la mia casa, una villetta semplice costruita dal mio babbo, possa diventare, quando non ci sarò più, una casa-museo", spiega quasi a esorcizzare il tempo che corre. Anche se a 66 anni ha l’energia di quel ragazzino che "sui banchi di scuola era una schiappa in disegno" e crescendo ha sentito il bisogno di compensare il gap, studiando i filoni artistici che sentiva più vicini: il Novecento figurativo è la corrente poù rappresentata sulle pareti, c’è anche un quadro di Tozzi che raffigura due violini, uno adagiato sull’altro, "come due amici che si sostengono a vicenda nelle prove della vita".

La passione per l’arte è scattata durante una vacanza con i genitori "in un alberghetto di terza categoria. Sopra il letto c’era una litografia che mia madre definì brutto ma per me era bellissimo. Ho scoperto dopo che era un Picasso". Con il successo Pupo ha acquistato "i primi pezzi, e le prime fregature, ero inesperto. Ricordo le due ‘sanguigne’ di Annigoni che un collezionista mi fece pagare un occhio della testa, e tele di Schifani false ma me ne accorsi dopo".

Oggi seleziona "le opere che mi piacciono": il quadro del cuore è una tela di Lorenzo Viani che ritrae un mendicante, "l’immagine che ho sempre temuto per me da vecchio, dopo che ho rischiato di ridurmi così". E’ un quadro che ogni volta "mi induce a riflettere" argomenta Pupo: non perde occasione per dichiarare il suo "amore per Arezzo e la mia terra". Dice che "il giorno in cui perderà senso l’arte, perderà senso la vita" pensando a Leonardo, il nipote di 22 anni che "viene dal nonno a farmi ascoltare la sua musica". Il 2022 sarà per Pupo più l’anno delle tourneè "già fissate in tutto il mondo" che l’anno della tv. La priorità alla musica è una scelta per condividere coi fans ciò che la pandemia ha "rubato". "Saremo in Russia, America, Europa e Australia". Si definisce "orgogliosamente sessantaseienne anche se a livello biologico qualcuno dice che non sono ancora cresciuto". Un "Pupo" senza disincanto.