Il padre all’autopsia, faccia a faccia con il Pm

In procura la stretta di mano tra Gabriele Succi, dopo il suo sfogo sui social, e Dioni. Poi l’ultimo esame: ci vorranno 60 giorni per la verità

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di Lucia Bigozzi

Una stretta di mano che vale più di tante parole. Gabriele Succi e Marco Dioni si sono incontrati in procura nel giorno in cui il magistrato che segue l’inchiesta ha convocato tutte le parti e affidato l’incarico dell’autopsia al professor Marco Di Paolo, dell’istituto di Medicina legale di Pisa. E’ stato lui, nel pomeriggio al policlinico Le Scotte di Siena, ad eseguire l’esame sulla salma di Caterina, la figlia di Gabriele Succi e Cristina Rosi, morta una settimana fa all’ospedale Meyer. La bimba di due anni e mezzo, era nata il 23 luglio 2020 con parto cesareo mentre la mamma, al settimo mese di gravidanza, era in coma dopo un arresto cardiaco. Da quel momento, madre e figlia hanno subìto gravi danni neurologici. Il pm Dioni vuole accertare se esiste un nesso, un collegamento, tra la nascita della piccola in condizioni di emergenza e la sua morte. All’autopsia hanno preso parte anche i consulenti di parte nominati dalla famiglia Succi e dai quattro medici indagati per lesioni colpose gravissime, tre dei quali anche per omicidio colposo nel caso della bambina. Il professor Di Paolo si è preso sessanta giorni di tempo per consegnare al pm la relazione con i risultati dell’autopsia. Al conferimento dell’incarico al medico legale ha preso parte anche Gabriele Succi: è stato questo l’attimo del "faccia a faccia" con il magistrato il quale, non essendo stato avvertito in tempo dall’ospedale fiorentino della morte di Caterina, venerdì era stato costretto a disporre l’autopsia quando la salma era stata restituita alla famiglia e composta nella camera ardente e per il giorno successivo erano già stati fissati i funerali. Così, la piccola bara era stata trasferita a Siena e il padre, distrutto dal dolore, si era lasciato andare a uno sfogo sui social, lamentando lo strazio per essersi visto "portare via mia figlia un’altra volta". Gabriele aveva poi parlato con il pm che gli aveva spiegato la necessità dell’esame ai fini dell’inchiesta ma ieri, i due si sono visti di persona. Una stretta di mano e poche parole per "manifestarmi il suo disagio per tutto quello che in questi uiltimi giorni abbiamo dovuto sopportare. Ho apprezzato molto il suo gesto e ho compreso la sua decisione. La giustizia deve fare il suo corso e io chiedo giustizia per mia moglie e mia figlia", commenta Gabriele.

C’era anche lui davanti alla sala dell’istituto di Medicina legale senese dove gli esperti hanno eseguito l’esame. "Sono qui per non lasciare sola mia figlia", spiega tra le lacrime accanto alle nonne di Caterina, Mirella e Marcella.

Un altro viaggio con il cuore spezzato, per dare l’ultima carezza alla bimba che in tutto questo tempo ha lottato per vivere, nonostante le mille difficoltà legate alle sue condizioni. Ma è anche per questo che Caterina non sarà mai dimenticata.