
di Marco Corsi
"Il mio libro parla del ’900. Molti lo definiscono il secolo breve, ma così non è. Basti pensare a quello che sta accadendo in Ucraina". Lo ha detto il professor Giovanni Pallanti, ospite, venerdì scorso, della rassegna letteraria "Incontro con l’autore", un ciclo di eventi organizzati dal Comune di Montevarchi che terminerà alla fine di marzo. Al Palazzo del Podestà ha presentato "Il morso della storia", edito da Lorenzo De’ Medici Press.
E’ questa l’ultima pubblicazione del giornalista fiorentino, storica firma de La Nazione, collaboratore di Toscana Oggi e del mensile "Il mantello della giustizia".
"Il primo capitolo è legato proprio alla storia della rivoluzione russa, nel corso della quale i comunisti presero il potere dai socialisti, che nel frattempo avevano fatto deporre lo zar – ha ricordato Pallanti – Potere che continua ancora oggi, perché molti si dimenticano che Putin è un colonnello della polizia segreta comunista".
Ma nel libro si parla anche di altri personaggi del secolo scorso. Dai preti modernisti che furono perseguitati dalla chiesa cattolica perché erano innovatori prima del Concilio, fino ad arrivare ai Papi. "Mi occupo anche delle responsabilità del Cardinale Pacelli, che poi divento Pio XII. Quando era nunzio apolostico in Germania – ha spiegato il professore – favorì l’ascesa di Hilter in funzione anti comunista". Non mancano poi riferimenti al territorio aretino, con la storia di Alcide Lazzeri, il parroco di Civitella della Chiana che fu fucilato dai tedeschi. L’evento ha visto protagonista il "Centro Studi La Voce", ed è stato il presidente Lorenzo Zirri a conversare con l’autore.
"Questo è un libro di grande qualità – ha detto – ed è una rivisitazione storica attraverso fatti e personaggi del secolo scorso. Il filo conduttore è la condanna a tutti gli "ismi" che hanno caratterizzato il 900". "Per noi è un grande piacere aver ospitato Giovanni Pallanti – ha detto il sindaco Silvia Chiassai Martini – Un uomo di grande esperienza politica che si è poi dedicato alla scrittura. Un intellettuale che assomiglia al nostro modo di amministrare, schietto e diretto, pensando al fare e non alle ideologie".
Amico di Giorgio La Pira, Pallanti è stato anche vice sindaco di Firenze nella giunta di Giorgio Morales e assessore con i sindaci Alessandro Bonsanti e Lando Conti, assassinato nel 1986 dalle Brigate Rosse mentre stava andando in consiglio comunale. Per ben 4 volte è stato consigliere comunale di Firenze, segretario provinciale della Democrazia Cristina, eletto per la prima volta giovanissimo nel 1978. Diventato consigliere provinciale nel 1995, subito dopo Francesco Cossiga lo nominò segretario toscano dell’Udeur, ma con la caduta del Governo d’Alema, chiuse definitivamente con la politica attiva dedicandosi all’insegnamento universitario.