Alberto Pierini
Cronaca

Fiera disastrata: un altro sabato a picco. Rilancio: la ricetta degli antiquari

L'Associazione Vasari esce allo scoperto. "Eventi, aiuti agli espositori e big". Tra i punti il percorso, l'apertura ai giganti del settore, il rilancio di via Seteria

Acquazzone sulla Fiera

Arezzo, 3 marzo 2018 - Un'altra edizione disastrata, da allarme rosso. Il maltempo concentra i suoi fulmini sulla Fiera e dopo i giorni di Burian regala un altro sabato da acquazzone: aumentando le enormi difficoltà degli espositori e imponendo la ricerca di soluzioni che in qualche modo vengano incontro alla crisi di un evento che è determinante, per la città e per il centro storico. La domenica dovrebbe portare ad una schiarita ma le giornate perse ormai cominciano ad essere tante, troppe. Per gli espositori in prima battuta e per l'indotto di locali e bar del centro.

Intanto  l’associazione Vasari esce allo scoperto. Loro, il gruppo di 80 antiquari e restauratori che da qualche settimana ha deciso di prendersi un pezzetto dell’evento sulle spalle.

Hanno costituito il comitato, si sono presentati la città, hanno riservato all’assessore l’anteprima di tute le loro proposte. Ora si tirano su le maniche. «Primo passo – spiega il presidente Paolo Burzi - è il riaccorpamento del percorso». La Bolkensten blinda tutti fino al 2020 passando da edizioni sperimentali. E visto che la mossa è difficile con gli attuali operatori, tutti attaccati al loro posto, provano ad aggirare l’ostacolo. «Cominciamo a rafforzare le presenze».

Hanno contattato e raccolto l’adesione di diversi big del settore, in passato protagonisti dell’antiquaria. Sono pronti a ritornare: tra le città di provenienza Firenze e Torino ma è solo l’inizio. Ipotesi anche spazi coperti ma Burzi rilancia. «Il nostro è un evento all’aperto, questo non può cambiare». Qualche ritocco non disdirebbe: se ti capitano sei edizioni di fila sotto l’acqua alla fine ti molli e molli. Ma su questo ci vorrebbe un piano alternativo un po’ creativo. Però proprio gli espositori sono al centro del piano degli antiquari.

«Devono essere aiutati, anche venendo loro incontro in termini di spese e di incentivi». Generosi e concreti: se si stancano loro il giocattolo si rompe. «Ma da ora in poi vorremmo scandire con tante inziative ogni edizione, certo in accordo con il Comune». Esempio? «Ad aprile il rilancio di via Seteria: sete preziose calate dalle finestre e in mostra, unite ad un trionfo di fiori alla fontana di piazza Grande. E’ la strada della seta, rendiamole omaggio».

Sete e firme: è già partita una raccolta di autografi per salvarne la presenza in Fiera. Il taglio per motivi di sicurezza durante il mercatino tirolese continua a fare male e gli operatori giocano d’anticipo.

Le idee? Una è una mostra delle vecchie macchine da cucire in Fraternita: come dire l’antiquariato del quotidiano, che poi è la base dell’offerta dei banchi. Poi chiedono al Comune un referente fisso anche per le piccole cose: buchi sul percorso, carenza di luci, servizi a singhiozzo. Per accelerare gli interventi. E si dicono disposti ad affiancare Palazzo Cavallo in tutto il cinquantenario.

Poi premono perché si cerchino di riportare qui gli ospiti illustri: re, attori, capi di stato. Bruschi faceva miracoli ogni mese per tenere la Fiera in vetrina. Loro vorrebbero ricominciare da lì: intanto oggi a mezzogiorno nuovo concerto di tromba dalla finestra di Fraternita. Ma in piazza si balla sotto la pioggia.