"Così l'ho fatta nascere": parto in casa, parlano il babbo "ostetrico" e l'infermiere 118

L'uomo guidato e tranquillizzato a distanza. Madre e figlia poi trasportate al San Donato stanno bene. "Ho capito dove i nostri nonni trovavano il coraggio per fare certe cose"

Un bambino appena nato in ospedale (Newpress)

Un bambino appena nato in ospedale (Newpress)

Arezzo, 23 gennaio 2017 - Partorisce in casa grazie al padre della neonata che si trasforma in ostetrico. È accaduto a Vitiano sabato notte a una coppia che attendeva il terzo figlio. «Mi sono sempre chiesto come facevano in tempo di guerra i nostri nonni a far partorire in casa le loro donne. Con quale forza. Adesso l’ho capito» ci racconta il babbo della bambina.

Ora gli è tutto chiaro. «In quei momenti vengono fuori doti e coraggio fino ad allora nascosti, quasi impensabili» continua. Le prime contrazioni si sono fatte sentire dopo la cena: giusto il tempo di avvisare i nonni per sistemare gli altri due bimbi e la madre si è resa conto che la bambina stava per nascere. Non aveva nessuna intenzione di aspettare, la testa era già fuori. Non c’era tempo da perdere dunque.

Il marito non si è fatto prendere dal panico, ha accolto tra le sue mani la neonata. L’emozione è stata enorme. Insieme però anche alla paura. Con le mani ancora bagnate, è riuscito a chiamare il 118. «E’ nata, è nata. Ma non piange». Ha sentito gridare appena alzata la cornetta Andrea, l’infermiere del 118 che ha preso la chiamata dalla centrale.

"Non ho tentato altre operazioni a rischio, come il taglio del cordone ombelicale: sapevo che presto sarebbero arrivati i soccorritori e non era il caso di andare oltre" conferma il babbo con la voce tornata tranquilla dopo l'emergenza.

«Ho sentito un uomo nel panico. Urlava che la bambina, appena nata, non stava piangendo. Era spaventato». Sono momenti cruciali. Ma il neo babbo riesce a mantenere il sangue freddo e a seguire tutte le indicazioni che gli vengono date da Andrea. «Gli ho spiegato come prenderla in mano, come tenerla. Dopo poco ho sentito un gemito fortissimo. Era lei. Stava bene. L’emozione era alle stelle» continua a raccontare Andrea.

«Poi gli ho detto di adagiarla sul petto della madre. Anche la donna stava bene. L’ho sentito tranquillizzarsi». Sette lunghi minuti, fino a quando nella stanza si è sentita la voce della dottoressa Punturo.

«A quel punto era in buone mani e il mio lavoro era terminato» ci dice l’infermiere. I sanitari nel posto hanno constatato che mamma e figlia stavano bene, la bimba è nata alle 23 e pesa circa 3 chili. Trasportate dal 118 al San Donato sono state affidate alle cure di ostetricia e neonatologia.