Centrosinistra, carta Sereni: l'ex presidente di camera di commercio capolista per Ralli?

In alternativa potrebbe correre col Pd. Ruolo intercambiabile con quello di Agnolucci che può schierarsi con tre liste diverse. Il quadro politico

AL LAVORO Andrea Sereni, presidente della Camera di Commercio. L’Ente ha messo in campo tutte le energie per promuovere il territorio all’esposizione milanese

AL LAVORO Andrea Sereni, presidente della Camera di Commercio. L’Ente ha messo in campo tutte le energie per promuovere il territorio all’esposizione milanese

Arezzo, 10 luglio 2020 - Il jolly del centrosinistra si chiama Andrea Sereni, ex presidente della Camera di Commercio ed ex numero uno di Cna. E’ lui il nome nuovo che trapela dallo schieramento che vuole ribaltare il centrodestra a Palazzo Cavallo, con Luciano Ralli aspirante sindaco. Che corra è ormai sicuro, la questione da risolvere è invece con chi correrà. Perchè potrebbe essere in lizza sia con la lista personale di Ralli, che è in via di formazione e nella quale potrebbe aspirare al ruolo di capolista, sia con il Pd, il partito al quale Sereni non ha mai nascosto di essere vicino.

Anche quando era alla guida della Camera di Commercio si parlava spesso di una sua affinità (allora) con Maria Elena Boschi. L’alternativa per la lista Ralli è quella di Angiolo Agnolucci, un altro dei medici che sono stati arruolati in questa campagna elettorale, che si distingue per la forte presenza del mondo sanitario, quasi il San Donato e il Centro Chirurgico Toscano, il principale polo privato, si stessero trasferendo armi e bagagli a Palazzo Cavallo.

Basterà ricordare il ruolo che si appresta a svolgere Stefano Tenti, che del Centro Chirurgico è il contitolare e il direttore, l’uomo che sta tirando le fila di «CuriAmo Arezzo», un altro pezzo della galassia di centrosinistra, e (nel centrodestra) la candidatura di Fabrizio Magnolfi, ex primario di gastroenterologia. Più Agnolucci, ovviamente, ora al Centro Chirurgico ma in passato all’ospedale, per il quale l’unica cosa sicura è che sarà in pista.

Dove è un altro paio di maniche, visto che se lo contendono tutti: «CuriAmo Arezzo», che lo ha già annunciato, il Pd e appunto la lista personale del candidato sindaco, che non scopre ancora le sue carte ma fa sapere di volere solo nomi della società civile e non politici. Di medici, a proposito, ce n’è anche un altro, Marcello Caremani, ex primario di Malattie Infettive ma anche una lunga esperienza a sinistra, anche in consiglio comunale, col Pci-PdDs e poi col Pd, che lo considerò come una possibile carta da sindaco nel 2015, anche se poi decise per Matteo Bracciali.

E pure stavolta si è tornati a parlare del noto dottore come di una risorsa, anche se lui non ha mai ceduto alle blandizie. Però non ha detto no a una candidatura da consigliere semplice. Se decidesse di scendere in campo, avrebbe solo l’imbarazzo della scelta: o nella lista ufficiale democrat o in una delle sei fiancheggiatrici.

Più nomi, più preferenze, più voti al centrosinistra e a Ralli, è l’idea per una corsa nella quale lo schieramento progressista aspira innanzitutto al ballottaggio, evitando una vittoria di Ghinelli al primo turno. Poi si faranno i conti per aggregare una coalizione vincente, esattamente il contrario del 2015. Ecco perchè Ralli gioca all’attacco, marcando stretto il sindaco ed entrando in tackle ogni volta che questi sembra scoprire la palla.

L’ultimo caso è quello dell’attacco di Salvini alla procura sul caso Coingas. Ghinelli, che era a fianco del leader della Lega, non ha detto parola per correggerlo, pur se in passato si era sempre dichiarato rispettoso dei magistrati. Quanto basta perchè il medico che guida il centrosinistra parli di lui come del «candidato della Lega», uno che «non regge la tensione» e si appoggia su Salvini per «nascondere la sua debolezza».

Un tema delicato, quello dell’inchiesta, che richiede un’attenta regia politica perchè potrebbe rivelarsi il principale tallone d’Achille di un sindaco uscito fortissimo dall’emergenza Covid, durante la quale ha dominato la scena, salvo subire le fibrillazioni successive, dalla bufera Coingas allo scontro con Gamurrini e ai distinguo di Forza Italia. Di politica appunto avrà bisogno il centrosinistra a Palazzo Cavallo sia nel caso faccia ancora opposizione, sia in quello che vinca.

Serve insomma un uomo di peso nel gruppo Pd, il partito principale ed ecco che diventa importante il ruolo di capolista, specie in una fase in cui non si ricandida Matteo Bracciali, che con Ralli era stata la principale mente degli ultimi cinque anni. Ancora però non c’è un nome sicuro, uno che copra le due anime democrats ora alleate, gli ex renziani e gli zingarettiani. Di sicuro punta a tornare a Palazzo Cavallo Alessandro Caneschi, segretario comunale, ex Giglio Magico rimasto nel Pd