Bimbo cieco, c'è lo scuolabus attrezzato: non serve più l'accompagnatore

L'ottantenne faceva ogni giorno 60 km per portare in classe il picolo amico: una storia che ha commosso l'Italia

Scuolabus

Scuolabus

Arezzo, 19 maggio 2019 - ROMANO può finalmente restare a casa, un po’ gli dispiace ma almeno non dovrà alzarsi prestissimo tutte le mattine per portare a scuola quel bambino cieco a cui tanto si è affezionato. Vive un’altra pagina la storia del piccolo che abbiamo raccontato nelle scorse settimane e che adesso ha trovato una soluzione. Il bimbo, figlio di un taglialegna moldavo che abita alla Consuma grazie a un permesso di soggiorno turistico, da venerdì può andare alla elementare di Pelago con uno scuolabus, come tutti gli altri alunni che dalla frazione montana hanno scelto di frequentare le lezioni nel paese in provincia di Firenze. Ed è stata proprio l’amministrazione comunale di Pegaso a provvedere, garantendo ogni mattina la presenza di una assistente che preleva il piccolo davanti a casa e lo consegna ai maestri della prima elementare.

Alla fine della mattinata, si fa ovviamente il percorso inverso sempre con le stesse modalità. Era una situazione strana quella che si era venuta a creare. La frazione della Consuma è divisa a metà tra il comune aretino di Montemignaio e il comune fiorentino di Pelago: la famiglia del bimbo vive in provincia di Firenze mentre Romano Carletti abita nella parte di Arezzo. Romano, 84 anni, tutti i giorni che Dio mandava in terra si alzava di buon’ora, prendeva in carico il bambino e in auto lo portava a Pelago, sessanta chilometri fra andata e ritorno per una strada di montagna piena di tornanti. Lo ha fatto volentieri e quel bimbo è diventato un po’ il suo nipote adottivo, lui che di nipotine ne ha due e le accudisce amorevolmente.

IL SINDACO di Montemignaio, Roberto Pertichini, si era interessato alla vicenda, «Romano era venuto più volte nel mio ufficio per parlarmi di questo bambino, lui è una persona speciale e tutti gli vogliamo bene. Avevamo anche allertato assistenti sociali, ma poi per vari problemi la situazione non si era risolta». La svolta è arrivata per caso, quando il pensionato casentinese è andato una sera a Pelago per assistere a un incontro politico con Fabio Venneri, già assessore a Rignano.

E proprio a Venneri, a fine discorso, aveva detto in sostanza che si facevano tante chiacchiere ma che nessuno aveva risolto la vicenda del figlioletto del taglialegna moldavo. Così la storia è venuta fuori e ha suscitato tenerezza e clamore, solidarietà verso il piccolo, ammirazione nei confronti di questo generoso ultraottantenne, molto conosciuto dalle sue parti anche perché molti anni fa aveva aperto sul passo della Consuma un locale chiamato «Allo Chalet». La notizia, lanciata all’inizio dal Corriere Fiorentino, ha presto travalicato i confini provinciali al punto che un imprenditore lombardo, commosso dalla storia, si è spinto fino a fare un bonifico alla famiglia moldava. Come dire, c’è sempre tanto del buono. Basta cercare.