REDAZIONE AREZZO

Allarme di Confagricoltura Arezzo. “Manca personale. Raccolta a rischio”

Il Presidente Bartolini Baldelli lancia l’Sos. “In provincia di Arezzo c’è bisogno di 1.500 persone”.

Carlo Bartolini Baldelli

Arezzo, 23 giugno 2023 – La situazione è davvero paradossale. Le aziende agricole non riescono a trovare manodopera e i raccolti sono a rischio. La denuncia è di Confagricoltura Arezzo. Il presidente aretino Carlo Bartolini Baldelli ha sottolineato che solo nella provincia il fabbisogno supera abbondantemente il migliaio di persone. Un grido di allarme che è arrivato anche a Roma, in occasione di una conferenza nazionale dell’associazione di categoria. “Stiamo parlando di un differenziale che si aggira sulle 1500 persone tra manodopera specializzata e non – ha detto Bartolini Baldelli – ad essere in sofferenza sono tutte le imprese a prescindere dal luogo e dal genere di produzione. Il problema ormai non riguarda solo alcuni comparti e non solo gli stagionali, ma è generalizzato anche riguardo figure qualificate per l’agricoltura 4.0”.

Il tema è stato affrontato nella capitale, in occasione del convegno “Lavoratori agricoli cercasi. Mercato del lavoro agricolo: antichi vizi, nuove virtù”, che si è tenuto mercoledì scorso. L’iniziativa organizzata da Confagricoltura nazionale ha coinvolto il mondo della ricerca, del sindacato e il Ministro del Lavoro, Marina Elvira Calderone. “Ogni anno che passa continua a crescere il fabbisogno di manodopera – ha spiegato Bartolini Baldelli – il fenomeno sembra inarrestabile, non è una questione solo agricola, si tratta di un fenomeno dalle caratteristiche strutturali. Finora si è ricorso in modo crescente a manodopera straniera e quindi si sono fatti i conti con le incertezze dei decreti flussi e delle procedure, ma anche questo canale non offre più risposte. Per questo – ha concluso il presidente di Confagricoltura Arezzo – occorre ridare dignità al lavoro agricolo e renderlo maggiormente attrattivo, specialmente per i giovani. Quando parlo di carenza di manodopera non mi riferisco solo a quella stagionale, ma anche a quella professionale, quindi a una nuova generazione di lavoratori specializzati e capaci di operare con le nuove tecnologie”.

Insomma, un problema di non poco conto che, per giunta, non riguarda solo il settore agricolo, ma anche molti lavori stagionali. Basti pensare al comparto turistico e agli stabilimenti balneari. Il grido di allarme è quindi stato lanciato da più parti e l’auspicio è che molti recepiscano gli appelli.