SILVIA BARDI
Cosa Fare

Quando gli umanisti toscani traducendo i classici crearono l'Europa

Contribuirono alla nascita dell'età moderna e a divulgare il sapere. Tra loro gli aretini Leonardo Bruni, Marsuppini, Poggio Bracciolini, Benedetto Accolti e Tortelli. Convegno di tre giorni all'Accademia Petrarca con il Centro Studi Pancrazi di Sansepolcro

Leonardo Bruni

Arezzo 6 marzo 2019 - Perché gli umanisti decisero di affrontare l’ardua impresa di tradurre in latino i testo dell’antica Grecia? Come ne trattarono i contenuti, lo stile e la forma metrica? Come affrontarono gli scritti di matematica e fisica? Di certo se non lo avessero fatto non sarebbe nata l’Europa rinascimentale e di certo le nostre biblioteca non sarebbero così ricche di opere e di nozioni matematiche, artistiche, filosofiche, politiche, letterarie, scientifiche e teologiche tuttora a disposizione degli studiosi, e di certo non sarebbe nata l’età moderna. E pensare che a farlo furono i traduttori toscani e umbri.

A loro è dedicato il convegno internazionale che si terrà il 7 e 8 marzo all’Accademia Petrarca di Arezzo e il 9 marzo a Città di Castello su "La traduzione latina dei classici greci nel Quattrocento in Toscana e in Umbria", organizzato da Accademia Petrarca e Centro Studi Mario Pancrazi di Sansepolcro, col patrocinio di Regione Toscana, Provincia di Arezzo, Comune di Arezzo e Comune di Città di Castello. Inteverranno specialisti italiani e studiosi stranieri provenienti da Canada, Stati Uniti e Grecia. Un evento che si lega al 575° anniversario della morte dell’aretino Leonardo Bruni (Arezzo 1370-Firenze 1444). “Bruni, che fra l’altro dette inizio a una nutrita e prestigiosa serie di Cancellieri aretini della Repubblica Fiorentina del Quattrocento, come Carlo Marsuppini, Poggio Bracciolini e Benedetto Accolti - spiega Giulio Firpo presidente dell’Accademia Petrarca - fu storico e soprattutto umanista di primaria grandezza per i contributi dati nei diversi generi letterari coltivati, con un’impronta decisiva per le traduzioni dal greco in latino intese come eccezionale modo di ampliamento del patrimonio culturale dell’antichità”.

Nelle due prime giornate del convegno del 7 e 8 marzo si parlerà di Bruni ma anche di umanisti come Poggio Bracciolini, Giannozzo Manetti, Lapo da Castiglionchio il Giovane, Giovanni Pontano, Marsilio Ficino, Agnolo Poliziano e un altro notevole umanista aretino, Giovanni Tortelli. Il convegno proseguirà poi il 9 marzo a Città di Castello, con relazioni riguardanti l’opera di due importanti umanisti di quella città, Gregorio Tifernate (traduttore di Aristotele, Teofrasto, Dione di Prusa e Strabone) e Lilio Libelli che è stato traduttore di Senofonte, pseudo-Aristotele, Filone di Alessandria, Luciano, san Giovanni Crisostomo e pseudo-Epifanio, oltre che emendatore della traduzione di Erodoto compiuta da Lorenzo Valla e di quella di Diodoro Siculo eseguita da Poggio Bracciolini.