L’assegno unico verso il traguardo: fino a 250 euro al mese per figlio

La misura dovrebbe diventare legge martedì. Sostituirà tutte le detrazioni, le integrazioni e i bonus esistenti. Erogazione prevista dal 1 luglio. Paracadute nei casi in cui fosse inferiore rispetto alle agevolazioni attuali

Arrivano i congedi parentali

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Atteso da decenni, domani diventerà legge l’assegno unico (tale perché sostituirà tutte le detrazioni, i bonus e le integrazioni esistenti) e universale per i figli. Una misura che reca la firma originaria di Graziano Delrio e Stefano Lepri, del Pd, ma che via via ha trovato altri sponsor, come il Ministro di Italia Viva Elena Bonetti, fino allo stesso leader della Lega, Matteo Salvini, che, però, sottolinea come sia "necessario confermare la clausola proposta per garantire che nessuna famiglia riceva cifre inferiori rispetto a oggi".

Un rischio che potrebbe riguardare fino a un milione e 300 mila famiglie di lavoratori dipendenti, ma che gli stessi autori del provvedimento escludono: "La clausola di salvaguardia sarà prevista nei decreti attuativi - garantisce Lepri - Con altri 800 milioni nessuno ci perderà".

Nel pacchetto attuativo entrerà in gioco anche un paracadute per i casi nei quali l’assegno unico dovesse rivelarsi un boomerang rispetto alla situazione attuale delle detrazioni.

Per la stragrande maggioranza dei nuclei familiari l’intervento si tradurrà in un beneficio più o meno consistente. L’assegno scatterà per i figli dal settimo mese di gravidanza e sarà erogato fino a 21 anni di età (dal 18esimo anno direttamente al giovane, ma solo se studente o disoccupato). La misura partirà dal primo luglio e potrà oscillare da 50 a 250 euro mensili per ciascun figlio.

L’assegno unico sarà destinato a tutte le famiglie con figli a carico: nel novero rientrano non solo i nuclei con lavoratori dipendenti, ma anche quelli con autonomi, disoccupati, incapienti (che potranno ricevere il bonus anche se hanno redditi bassi al punto da non dover pagare le imposte).

I nuclei familiari avranno diritto all’assegno fino a che i figli avranno al massimo 21 anni di età (a meno che non siano affetti da disabilità permanente): nel caso dei giovani tra i 18 e i 21 anni, il sussidio sarà attribuito se i figli saranno riconosciuti a carico del nucleo familiare. Si tratta di 12,5 milioni di bambini e ragazzi: di questi circa 10,1 milioni sono minori.

L’avvio dell’operazione è fissata al primo luglio: tant’è che i miliardi in ballo per il 2021 sono, in realtà, tre, per diventare sei a regime. Risorse che si aggiungeranno a quelle previste da un fondo specifico creato lo scorso anno e a quelle che derivano dall’esaurimento degli interventi esistenti, come le detrazioni fiscali, i bonus nido e simili, e gli assegni al nucleo familiare.

Il sostegno sarà costituito da una quota fissa, valida per tutti, che potrà oscillare sui 50-100 euro per figlio, e da una quota variabile, correlata alle condizioni economiche della famiglia: insomma, intorno ai 50-60 mila euro di Isee la seconda quota potrebbe azzerarsi. In compenso, saranno previste maggiorazioni a partire dal secondo, terzo figlio, per la presenza di disabili e per i nuclei monogenitoriali. La stima, a conti fatti, è quella di 200-250 euro mensili per ciascun figlio per i redditi medio-bassi.