Livorno "ponte sulle fratture del mondo": intervista ad Anna Ajello

Il ruolo delle città, in particolare quelle del Mediterraneo come Livorno, nell'età della globalizzazione

Livorno, 26 marzo 2015 - "Nell'età della globalizzazione e con la crisi degli Stati-Nazione, le città, in particolare quelle del Mediterraneo come Livorno, sono un soggetto importante e un attore decisivo del futuro di tutti”. Perché proprio Livorno? Ne parliamo con Anna Ajello, della Comunità di Sant'Egidio: “Per valorizzare il ruolo ricoperto dalla città e dal suo porto nell'attrarre opportunità di scambi e relazioni tra uomini e nazioni. E' una storia ricca, un patrimonio da investire".

Chi sono i protagonisti di Medì? “A Medì abbiamo chiamato personalità che innanzi tutto amano la propria città e che hanno in comune, nonostante le loro diverse storie, il vivere e operare per la convivenza e il pluralismo, che sono motori di sviluppo peculiari e originali della civiltà mediterranea". ​Su cosa si è concentrata la riflessione delle due giornate di Livorno? “Sul rapporto tra gli insediamenti urbani e i loro porti, sull'immigrazione come risorsa, sulla rivalutazione delle aree portuali. Le città mediterranee raccolgono le speranze di vita e di futuro attraverso i flussi migratori e gli scambi commerciali e culturali provenienti da almeno tre continenti”. Quasi trovando un nuovo protagonismo, le città mediterranee possono, per la loro specifica cultura, suggerire modi, vecchi e nuovi, per ridurre le distanze, gettare ponti sulle fratture del mondo. A Medì non ci sono modelli astratti di città, ma centri portuali di cui si raccontano la vita, le problematiche e le esigenze suscitate soprattutto dagli eventi degli ultimi anni.