Giungla affitti: un inquilino su due non paga

Effetto Covid sulle locazioni, oltre il 40% dei proprietari non ha ricevuto le mensilità regolarmente. In un anno persi 1,3 miliardi di canoni

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di Achille Perego

Effetto Covid sugli affitti. La pandemia ha avuto un impatto negativo sul mercato delle locazioni: circa 1,9 milioni di famiglie si sono trovate in difficoltà e per questo hanno ritardato o addirittura saltato una o più rate tra marzo 2020 e maggio 2021. Così, secondo l’indagine commissionata da Facile.it a Emg Different, più di un locatore su 3 (39%), pari a 1,7 milioni di proprietari immobiliari, ha dovuto fare i conti con un inquilino moroso. Se si considera che, in media, per ciascuna abitazione oggetto di insolvenza le rate non pagate sono state 5, per un importo pari a 1.740 euro, si stima che il mercato delle locazioni abitative (4,3 milioni di proprietari e 5,6 milioni di immobili affittati secondo l’Agenzia delle Entrate) abbia perso nell’ultimo anno una somma di 1,3 miliardi.

A poco più di un anno dall’arrivo della pandemia, il 91% degli immobili è ancora oggi in affitto con una formula tradizionale; in quasi un caso su 4, però, l’inquilino è cambiato rispetto a marzo 2020 e circa il 25% dei proprietari (pari a 520mila) che hanno avuto problemi con l’inquilino starebbe pensando di vendere l’immobile. Sui cambiamenti hanno inciso la crisi degli affitti brevi e smart working e Dad che hanno ridotto la richiesta di affitti (anche condivisi) nelle grandi città. Tanto che, secondo l’Ufficio studi di Tecnocasa, in media i canoni di un monolocale e un bilocale sono scesi l’anno scorso dell’1,6 e del 2,3%. Con punte del 9,1% a Milano, del 7,3% a Bologna e del 5,5% a Firenze. Città dove, con la ripresa, si prevede un’inversione del trend, per ora però solo a livello di domanda, partendo dalle richieste degli studenti fuorisede che vedono, secondo Immobiliare.it, prezzi scesi dell’11% a Milano e Firenze e del 16% a Bologna.

Tornando alla difficoltà di pagare l’affitto, Facile.it evidenzia come le situazioni di morosità sono state rilevate in maniera più accentuata nel Centro Sud dove la percentuale di proprietari con problemi di insolvenza da parte degli affittuari è pari al 51% (39% la media nazionale). In particolare, il 30,3% ha detto di aver ricevuto una o più rate in ritardo mentre il 14% ha dichiarato di aver del tutto perso uno o più canoni mensili. La difficoltà a versare i canoni nel 35,1% dei casi è stata determinata dalla crisi del lavoro (il 19,1% era in cassa, il 16% l’aveva perso), mentre il 35,9% ha subito problemi economici, percentuale che sale al 39,2% nel Nord.

In assenza di sostegni agli affitti dei privati – se non la moral suasion per rivedere i contratti con uno sconto sul canone – la maggior parte delle volte (39,7%) il proprietario ha concesso ulteriore tempo agli affittuari, mentre il 16% ha pattuito un nuovo accordo economico. Il 15,3% ha invece scelto di procedere per vie legali, percentuale che arriva al 23,5% nel Nord. Ruolo importante nel tutelare i proprietari è stato svolto dagli strumenti di garanzia: nel 14,5% dei casi l’affitto mancante è stato trattenuto direttamente dal deposito cauzionale, nel 13% si è usufruito delle polizze assicurative (sempre più richieste dai proprietari) contro la morosità degli inquilini e nel 7,6% della fideiussione bancaria.

E se una volta su due (51%) la situazione è stata risolta e l’inquilino abita ancora nell’immobile, il 22,1% dei proprietari è in attesa che l’affittuario venga sfrattato o lasci l’appartamento; in totale sono potenzialmente 445.000 le famiglie che, quando terminerà il blocco degli sfratti – il 30 settembre e il 31 dicembre 2021 a seconda dei casi, con la possibilità che il governo, recependo l’allarme di Confedilizia, escluda proroghe per le morosità non Covid –, potrebbero dover lasciare l’abitazione in affitto.