In arrivo i primi profughi: sono in fuga dalla guerra alla ricerca di posti sicuri

Dieci persone alloggiate in hotel del Marco Polo

Accoglienza profughi

Accoglienza profughi

Viareggio, 28 aprile 2015 - Dovevano arrivare ieri sera, accolti dal temporale che ha bagnato questa primavera. E dal proprietario di Villa Lea, una piccola pensione al Marco Polo a cui il Comune ha chiesto la disponibilità di qualche stanza per ospitare i rifugiati approdati in Sicilia dalla Libia. Dieci persone, non sappiamo se uomini o donne, per lo più originarie delle regioni subsahariane infiammate dagli scontri civili; persone in fuga da un presente incerto, con un futuro. E con un progetto di vita da rincorrere. Al massimo arriveranno oggi, la prefettura è in costante contattato con la Regione che sta incanalando gli ultimi arrivi. Come un fiume, che sorge altrove, con una corrente così forte - la fuga dalla guerra o dalla dittatura - che è difficile - oltre che disumano - solo immaginare una diga.

Sono 10mila i profughi attesi in Toscana e per i quali molti comuni stanno organizzando progetti di micro accoglienza, proprio per evitare quelle disastrose esperienze dei maxi ghetti saturi di umanità prima accolta e poi abbandonata. E Viareggio non s’è tirata indietro, il commissario prefettizio Valerio Massimo Romeo ha dato la propria disponibilità, facendosi forza anche sull’esperienza già attiva in città con il progetto Sprar dell’Arci da oltre un anno. Un protocollo che ha coinvolto oltre 40 persone, e 15 attualmente stanno seguendo un percorso di integrazione. Che passa inevitabilmente dalla lingua, insegnata nelle aule del liceo Scientifico Barsanti e Matteucci, primo importante muro da sfondare per partecipare alla vita della comunità; in attesa che un commissione riconosca la loro storia e il loro status di rifugiato politico. E gli conceda l’opportunità di viaggiare, invece di scappare. Solo una piccola percentuale dei richiedenti infatti resta in città, e in Italia. La maggior parte migra ancora. Sono 47mila infatti le richieste di permesso di soggiorno nel nostro Paese, contro le 530mila della Germania. E questo per rispondere a chi, ogni giorno, agita lo spauracchio dell’«invasione».

Martina Del Chicca