"Affari sporchi": "Non ci sono mai stati episodi di corruzione"

"L’ingegner Castellacci deve essere assolto". La sentenza prevista l’11 marzo

FUTURO INCERTO L’area dell’ex tendone di Bussalomani al centro dell’inchiesta; in alto il pm Fabio Origlio

FUTURO INCERTO L’area dell’ex tendone di Bussalomani al centro dell’inchiesta; in alto il pm Fabio Origlio

Camaiore, 26 febbraio 2015 - «NON C’E’ STATA corruzione in nessuno degli atti amministrativi seguiti dal dirigente del comune di Camaiore, Claudio Castellacci: tutte le operazioni sono documentate e svolte alla luce del sole». Così la difesa dell’imputato eccellente nel processo dei presunti «Affari sporchi» del comune di Camaiore che ha vissuto la penultima udienza nel processo di primo grado. Per la sentenza si andrà all’11 marzo, di fronte ai giudici del Tribunale di Lucca.

IERI E’ STATO il giorno delle difese. Tutte, indistintamente, hanno tenuto a dimostrare che la ricostruzione dell’accusa «non rosponde alla realtà dei fatti». L’avvocato Emilio Soppelsa – che tutela l’imprenditore Giuseppe Bicicchi – ha sottolineato come «anche se il pm ha chiesto l’assoluzione per il mio assistito, negli atti dell’inchiesta non esistono episodi che possano a far pensare a corruzione». Insomma per Bicicchi e gli imprenditori che erano stati rinviati a giudizio per il Project financing del Pontile, l’assoluzione «deve essere piena senza ombra di dubbi». E sulla stessa lunghezza si sono schierati tutti i legali degli altri imputati, in particolar modo per i project financing sui quali il pubblico ministero Fabio Origlio ha chiesto la condanna di Claudio Castellani. Vale a dire l’intervento nella zona Benelli là dove sorgeva l’ex tendone di Bussoladomani sul quale aveva presentato un progetto il Consorzio Stabile di Milano e per la realizzazione del Polo scolastico di Lido di Camaiore (in campo la società Unieco di Reggio Emilia): per i dirigenti responsabili, rispettivamente, Lorenzo Scarpellini e Luigi Guidetti. Per l’accusa questi project (il primo per la verità non è mai decollato: anzi dopo l’esplosione del caso giudiziario venne bloccato dall’allora sindaco Giampaolo Bertola) erano stati condizionati da un trattamento di favore riservato da Castellacci alle aziende in cambio di «qualcosa». Una tesi che le difese hanno etichettato come «fantasiosa e non rispodente alla verità». Ora non rimane che attendere l’11 marzo per la breve replica annunciata dal pm Fabio Origlio: poi toccherà al giudice Stefano Billet emettere la sua sentenza.