Addio all’imprenditore dal cuore d’oro. Aveva gestito il ‘Fappanino’

Stefano Poiago stroncato da un male a 60 anni. I ricordi legati a un locale cult

Stefano Poiago aveva 60 anni, molti dei quali trascorsi a gestire insieme alla madre il ‘Fappanino’, così come lui stesso veniva chiamato

Stefano Poiago aveva 60 anni, molti dei quali trascorsi a gestire insieme alla madre il ‘Fappanino’, così come lui stesso veniva chiamato

Viareggio (Lucca), 26 luglio 2017 - Per tutti era il ‘Fappanino’. Persona socievole, buona, generosa. Che un male incurabile si è portato via in meno di un mese. Ha lasciato senza parole le tantissime persone che lo avevano conosciuto la morte ad appena 60 anni di Stefano Poiago. Insieme alla madre ha gestito per diverso tempo negli anni Ottanta e Novanta il Fappanino, locale cult della Passeggiata, oggi Fanatiko.

Il Fappanino di fatto era proprio lui, perché la madre, Marisa Fappani, era sorella di Carlo, storico titolare e gestore del Fappani. Una famiglia di imprenditori conosciuti che avevano creato nel salotto buono della città un punto di ritrovo amato dai viareggini, un punto di incontro per parlare a 360 gradi di Viareggio, dei suoi problemi, del suo futuro. E questo perché Viareggio è sempre stato in testa ai pensieri di Stefano.

"Un uomo di una bontà d’animo unica", lo ricordano gli amici più cari. Dietro quel locale c’è la storia di un’intera generazione di viareggini, oggi compresa fra i 55 e i 65 anni che hanno vissuto l’epopea di questo storico locale.

Stefano era una persona che sapeva stare in compagnia e sapeva farsi volere bene da tutti. Aveva una grande passione per le moto e soprattutto per la musica jazz. Andava orgoglioso della sua enorme collezione di dischi in vinile (oltre 2.000) e di cd. Ultimamente si era avvicinato anche al mondo dei computer.

Dopo la chiusura del Fappanino, Stefano aveva lavorato per la cooperativa Poseidon e poi per alcuni mesi aveva fatto il custode alla Gamc. Ultimamente era rimasto senza lavoro e questo per lui era diventato un cruccio insopportabile. Lascia nel dolore la mamma Marisa con cui aveva condiviso l’avventura del Fappanino e la sorella Mariangela cui era legatissimo. "Mio fratello – ha detto – era una persona dal cuore d’oro, semplicissima, estroversa e al tempo stesso fragile". Lascia nel dolore una schiera nutrita di amici, molti dei quali sono rimasti scossi dal tragico epilogo avuto dalla malattia in così breve tempo.

Nadia Cupisti è amica di famiglia di lunghissima data e non riesce a trattenere le lacrime: "Per me – ha detto – era come un fratello. Una persona meravigliosa, una figura storica della nostra città. Era un uomo di grande cultura e allo stesso tempo di una grande bontà d’animo". Lo ricorda con affetto il dottor Enrico Petri con cui condivideva la passione per il calcio e il tifo per l’Inter.

La salma oggi alle 15 sarà portata a Livorno dalla Croce Verde per essere cremata.

Paolo Di Grazia