Terni, librai in protesta con il Comune: "Dove sono i soldi per i testi scolastici?"

Le librerie acquistano e distribuiscono i libri della scuola dell'obbligo in nome e per conto dei Comuni ma quando si tratta di recuperare i soldi anticipati allora sono guai. Ipotesi Class Action

Libri scolastici

Libri scolastici

Terni, 1 dicembre 2015 - L'anno è ormai finito, e prima del 31 dicembre forse (e sottolineano 'forse') riusciranno a incamerare poco più di 30mila euro, appena un quinto di quello che hanno anticipato tra la fine di agosto e i primi di settembre.

Per gli altri qasi 130mila euro che restano dovranno affidarsi alla Befana, ma già sanno che la loro lettera rimarrà senza una risposta immediata. Sono i librai di Terni che devono ancora incassare i soldi che il Comune deve loro per la consegna dei testi scolastici della scuola dell'obbligo con particolare riguardo alla scuola primaria. Una faccenda strana e paradossale. Perché a rimetterci sono proprio i librai, i quali dovrebbero occuparsi soltanto di vendere i libri e invece, gioco-forza, si ritrovano nel ruolo di "prestatore di servizio" per conto del Comune con tutte le beghe che ne seguono.

Sono i Comuni, infatti, che in base alla popolazione scolastica dovrebbero provvedere al rimborso "puntuale" dei libri di testo alle famiglie con i figli alle primarie. Cioè: la famiglia dovrebbe acquistare il libro pagandolo, e poi il Comune dovrebbe provvedere al rimborso famiglia per famiglia. Ma come prassi ormai consolidata da immemorabili decenni, sono le librerie cittadine a fare da "collettore" delle singole necessità e quindi a svolgere questo servizio in nome e per conto dell'amministrazione. Così a oggi avviene che il Comune stampa le cedole in base alla popolazione scolastica residente, le passa alle scuole che a loro volta le consegnano alle famiglie. Con quelle cedole le famiglie prendono i testi scolastici gratuitamente nelle librerie di fiducia. E qui viene il bello. O il brutto, dipende dai punti di vista.

Le librerie devono acquistare i volumi dalle case editrici che vogliono essere pagate a 30 giorni. Il libraio, dunque, anticipa i soldi perché sa che sono sicuri trattandosi di una partita di giro con il Comune. Il guaio, però, è che il Comune non ha gli stessi tempi delle piccole aziende e quindi i soldi alle cartolibrerie, soprattutto nei Comuni grandi come quello di Terni, vengono restituiti con notevole ritardo. Accade, dunque, che i conti correnti delle librerie, in particolare di quelle con maggiore clientela, finiscano in rosso perché avendo anticipato per conto del Comune decine di migliaia di euro senza che dallo stesso Comune siano tornati indietro, non hanno più capienza. Ne discende la necessità, per molti, di accendere fidi bancari i cui interessi, però, sono a carico del commerciante e non dell'amministrazione comunale.

A Terni questa storia dura da diverso tempo, e adesso i librai hanno davvero perso la pazienza. "Anche perché - afferma la titolare di una importante cartolibreria ternana - il Comune sa benissimo quanti bambini ha iscritti nelle scuole; è un dato che conosce con sufficiente anticipo rispetto all'inizio dell'anno scolastico; riceve i soldi dalla Regione e dovrebbe rigirarli subito per rimborsare le librerie. Perché se li tiene? Se le cose non cambiano drasticamente entro brevissimo, invece che pagare i soldi alle banche per gli interessi passivi potremo pagare gli avvocati per una Class Action. I presupposti ci sono tutti".