Nives Tei & la riscoperta di Braccio: "Fui io stessa a farne restaurare l’urna"

Il dibattito sulla Rievocazione e la figura del Condottiero

Il  ritratto di Braccio Fortebracci

Il ritratto di Braccio Fortebracci

Perugia, 1 dicembre 2015 - «MI PIACE l’idea di far conoscere la storia di Perugia, è una presa di consapevolezza del senso di appartenenza e identità cittadina». L’avvocato Nives Tei, presidente del Fai Umbria e sempre in prima linea nella vita culturale non solo cittadina, interviene sulla rievocazione storica del Comune che tanto sta infiammando il dibattito locale. Lo fa da un punto di vista particolare visto che è stata lei, nel 2013, a finanziare il restauro dell’urna lignea che conserva le spoglie di Braccio Fortebracci, condottiero che sarà proprio al centro della rievocazione «Perugia 1416».

E IL SUO INTERESSE non si ferma qui. «Da tempo – racconta – ho proposto al Comune di mettere, a mie spese, una targa nel luogo in cui Braccio venne battezzato: una chiesetta lungo via Rocchi, più o meno dove adesso c’è una pizzeria. Mi pare una bella idea, spero venga messa in pratica».

Braccio le piace proprio....

«So benissimo che è personaggio controverso, adorato o detestato. A me piace la sua visione unitaria dell’Italia, che ha precorso i tempi, il suo essere condottiero che combatteva tra i soldati. So che era un mercenario molto discusso, ma se questo è un modo per far conoscere la nostra storia a ma va benissimo... ».

E sulla rievocazione?

«Non me la sento di esprimere un’opinione prima di averla vista, preferisco sospendere il giudizio. Ascolto le intenzioni e mi piace la presa di consapevolezza della storia di Perugia, già iniziata col restauro dell’Arco Etrusco. Apprezzo l’idea di rafforzare il senso di identità che va esteso a tutti i perugini, anche a turisti e studenti».

A molti non piace il periodo..

«Se ne occupano grandi studiosi, mi rimetto a loro. Epoche o personaggi sono tanti, a me sarebbe piaciuta la sassaiola, ovviamente con proiettili di gomma».

Perché ha fatto restaurare l’urna di Braccio?

«Era ‘abbandonata’ nella sagrestia di San Francesco al Prato in condizioni terribili, mi è parso giusto finanziare il restauro. Con l’occasione le spoglie sono state riesumate, mi sono commossa nel vedere ciò che restava di Braccio, la ferita sul cranio che provocò la morte. Dopo i lavoro avrei voluto fosse esposta a Palazzo dei Priori o alla Galleria Nazionale, invece è di nuovo a San Francesco. Giusto così, è lì che deve stare».

Sofia Coletti