San Giovanni del Pantano, benvenuti nel paese che non c'è (quasi) più

Lo spopolamento è cominciato negli anni Cinquanta. Ora a tenerlo in vita sono gli anziani, una settantina circa, e appena un negozio: "Sono andati tutti via, anche il dottore, le poste e la farmacia"

San Giovanni del Pantano, il solo e unico negozio aperto (foto Crocchioni)

San Giovanni del Pantano, il solo e unico negozio aperto (foto Crocchioni)

San Giovanni del Pantano (Perugia), 21 giugno 2015 - Con i suoi 90 anni portati in modo impeccabile, Ginetto Bernasconi è l’abitante più longevo di San Giovanni del Pantano. Un paese a ventiquattro chilometri dal centro di Perugia dove vivono una settantina di persone in tutto (alcuni solo per poche settimane all’anno), per la maggior parte anziane. La loro resistenza ha permesso a questo angolo di Umbria di non scomparire, nonostante il forte spopolamento iniziato negli anni Cinquanta e mai interrotto. La chiesa e l’alimentari con tabaccheria annessa, sono gli unici punti di riferimento rimasti nel paese, attraversato da una sola via su cui si affacciano poco più di una manciata di case.

«Vivo qui dal 1938», racconta Ginetto, che dopo aver lavorato come dipendente della Comunità montana, si gode la pensione coltivando la verdura nel giardino dietro casa. I rintocchi delle campane che scandiscono le ore, sono l’unico suono che si avverte passeggiando per San Giovanni del Pantano. «Fino a vent’anni fa – spiega Bernasconi – in paese avevamo le poste e anche il dottore; poi la gente se n’è andata e hanno tolto anche i servizi». Alle necessità quotidiane di Ginetto provvede il figlio, che abita a qualche chilometro di distanza, ma non tutti hanno la stessa fortuna. Il peso dell’assenza di uffici pubblici e centri ricreativi si fa sentire, specialmente sul fronte della mobilità. «Prima c’era l’autobus che passava quattro volte al giorno – sottolinea Pia Cenerini, 75enne, anche lei residente – ma è stato soppresso; per andare a Perugia con i mezzi di trasporto, bisogna telefonare al «Pronto Bus» e prenotare la corsa».

Sbarrata anche la porta dell’ambulatorio medico e della farmacia non c’è nemmeno l’ombra. Per i problemi di salute ci si deve spostare di una decina di chilometri, fino ai centri di Mantignana o Colle Umberto. Nella comunità dei super-nonni, i pochi rimasti si fanno compagnia con l’ottimismo e una partita a carte. La signora Eva Biti, 78 anni, impiega il tempo occupandosi delle attività della parrocchia e curando piante e fiori in giardino; mentre Nello Cerbini, che di anni ne ha 80, cura il vigneto e alleva animali nel terreno di sua proprietà. «Non cambierei mai la tranquillità di questo posto con la frenesia della città – osserva Cerbini, falegname in pensione –; qui si respira aria buona e non ci sono dissapori». Lungo la strada che porta al paesino a rischio-scomparsa, però, un fenomeno resta evidente: quello della prostituzione. Una piaga con cui la gente del Pantano convive da tempo e non ancora cicatrizzata.

Chiara Santilli