Quattro trapianti di rene nel fine settimana

Il più urgente ha riguardato una giovane perugina

Sala operatoria (foto repertorio)

Sala operatoria (foto repertorio)

Perugia, 20 ottobre 2014 - Quattro trapianti di rene sono stati eseguiti nell'ultimo fine settimana dall'équipe multidisciplinare dell'azienda ospedaliera di Perugia, con una intensa attività che ha impegnato oltre 30 operatori sanitari. Il caso più urgente - riferisce una nota dell'ufficio stampa del Santa Maria della Misericordia - ha riguardato una giovane donna residente in provincia di Perugia, la cui situazione era stata valutata della massima urgenza nazionale, visto che si erano ridotte le possibilità di proseguire la dialisi per la concomitanza di altre patologie. Il rene compatibile è arrivato sabato da un donatore attraverso un ospedale di Torino, con trasporto svolto grazie ad una staffetta: dapprima utilizzando un volo di linea Torino-Roma e poi con un'autoambulanza partita da Perugia. Scattata l'emergenza, è stato attivato dal dottor Atanassios Dovas, responsabile dell'area operativa del centro regionale trapianti (coordinato dalla dottoressa Tiziana Garzilli), lo staff chirurgico e del centro trapianti di rene. Il controllo della compatibilità dell'organo è stato eseguito dai dottori Mauro Marchesi e Paola Girardi del laboratorio di immunogenetica, e subito dopo sono iniziate le operazioni di trapianto, durate oltre quattro ore, ed eseguite dall'équipe composta dai dottori Paolo Baccari, Massimo Lenti, Francesco De Santis, Adolfo Petrina e Francesco Pensi, con il supporto anestesiologico del dottor Massimo Carria.

Gli altri tre trapianti hanno riguardato tre pazienti umbri (di 64, 58 e 52 anni), in lista d'attesa da alcuni anni, che hanno ricevuto l'organo grazie ad una donazione, segnalata dal reparto di rianimazione ed eseguita sempre dai chirurghi del S. Maria della Misericordia e da un ospedale di Roma. A distanza di 72 ore dagli interventi eseguiti, il bollettino medico riferisce di "condizioni stabili per tutti i pazienti" ed i medici - è detto ancora nella nota - esprimono un cauto ottimismo.