Nuda e sanguinante in strada. "Quell’uomo mi ha violentata"

In manette un 38enne di Passignano: si è costituito dopo la fuga

La ragazza avrebbe provato a fuggire, ma lui glielo ha impedito picchiandola

La ragazza avrebbe provato a fuggire, ma lui glielo ha impedito picchiandola

Passignano sul Trasimeno (Perugia), 19 luglio 2017 -  Prima la violenza sessuale, poi la fuga, con tanto di colpi di pistola sparati in aria. E’ durata qualche giorno la latitanza di L.P., passignanese di 38 anni, che una giovane donna straniera ha indicato come l’uomo che l’ha attirata a sé con un invito a pranzo, l’ha picchiata brutalmente e, infine, l’ha violentata. La vicenda risale a qualche giorno fa, ma la notizia trapela solo in queste ore, mantenuta dagli inquirenti nel più stretto riserbo in tutta la fase delle ricerche dell’indagato che nel frattempo era scappato. La violenza risale all’otto luglio scorso.

E’ un sabato in cui l’indagato (con numerosi precedenti penali anche specifici), ora in carcere sottoposto a fermo del pm, incontra la ragazza e la convince a seguirlo nella sua abitazione per un pranzo. Lei accetta ma ad un certo punto lui inizia a farle avances particolarmente pesanti a cui lei avrebbe opposto un netto rifiuto.

Tra i due inizia una colluttazione, e lei, per difendersi, prende un soprammobile e lo colpisce in testa. La rabbia si eleva all’ennesima potenza e, a quel punto, secondo la denuncia della ragazza, lui inizia a picchiarla selvaggiamente tanto da lasciarle evidenti lesioni che i medici riscontreranno poche ore dopo. Non finisce qui: mentre lei a terra - stordita dalle botte - lui la obbliga, sotto minaccia di morte, ad una pratica sessuale contro la sua volontà. Lei non riesce ad opporsi, anche se ci prova, ma appena il suo aguzzino la perde un attimo di vista la giovane ne approfitta per scappare da una finestra e fuggire via. Per strada la trovano seminuda e malmessa, con evidenti segni di violenza addosso. La ragazza viene portata in ospedale per le cure del caso mentre scattano le ricerche del responsabile dello scempio.

Gli inquirenti verificano subito il luogo della presunta aggressione e, mentre vengono diramate le ricerche di L.P., sul luogo della violenza restano gli agenti della polizia municipale delle stazioni riunite di Magione-Passignano e Tuoro. In due stavano sorvegliando l’area limitrofa all’abitazione, quando, dopo circa due ore dall’avvenuta denuncia del fatto, l’indagato torna sul posto. Armato di pistola. Quando gli agenti accennano a bloccarlo, lui diventa incontrollabile e li minaccia di morte. Poi qualche passo più in la eplode un inaspettato colpo in aria con la pistola che fino a quel momento non aveva mostrato. Così si guadagna la fuga e per giorni si sono perdono le sue tracce. Fino a quando, sentitosi evidentemente braccato, decide di presentarsi consegnarsi al comando provinciale dei carabinieri di Perugia. E’ domenica sera quando si consegna alle forze dell’ordine e i militari eseguono il decreto di fermo di pm disposto dal sostituto procuratore Michele Adragna.