Perugia, ladra deve scontare 15 anni di carcere: scoperta da una telecamera della polizia

Il nuovo sistema 'Mercurio' degli agenti ha permesso di attribuire l'auto a persone con molti precedenti

Gli arnesi che avevano in auto

Gli arnesi che avevano in auto

Perugia, 15 marzo 2017 - Un'operazione andata a buon fine grazie alle telecamere montate sulla pattuglia della polizia che ha permesso al reparto prevenzione crimine della questura di Perugia di arrestare due donne, una delle quali deve scontare 15 anni di carcere, ieri poco dopo le 17 in via Curtatone e Montanara.

I sospetti degli agenti erano sorti grazie ad una segnalazione di un'auto sospetta rilevata dal dispositivo di rilevamento e analisi automatico delle targhe, con sofisticate telecamere montate a bordo delle auto della polizia denominato “Mercurio” del quale sono dotate le vetture. I poliziotti, dopo aver individuato l’auto, una anonima utilitaria con targa italiana ma inserita al centro elettronico nazionale quale veicolo in uso ad alcuni ladri, l’hanno fermata e ne hanno controllato gli occupanti. A bordo due donne, entrambe dell’est Europa.

I controlli preliminari incrementavano i sospetti dei poliziotti soprattutto perché a carico di una delle due, nata in Croazia nell’86, erano emersi numerosi “alias”, cioè nominativi falsi. Accompagnate in Questura e perquisite, addosso non avevano nulla, ma ben occultati nel doppio fondo del vano porta oggetti dell’auto gli operatori trovavano due cacciaviti e una chiave a pappagallo entrambi arnesi utilizzati dai ladri ai fini di scasso.

Le verifiche sull’identità delle due ha consentito di identificarle per una 27enne nata in Germania, di etnia Rom, con numerosi pregiudizi non solo per reati contro il patrimonio commessi su gran parte del territorio nazionale, ma anche violazioni al codice della strada tra cui guida senza patente.

Ancora più grave, invece, la posizione dell’altra donna, la 30enne nata in Croazia. Dall’analisi degli innumerevoli alias utilizzati nel corso degli ultimi anni, è emersa una carriera criminale costellata di furti in abitazione ed altri reati contro il patrimonio che le è valsa 7 condanne messe tra il 2010 ed il 2016 dai tribunali di Padova, Trento, Bolzano, Terni, Genova e Pordenone.

Da ultimo, con sentenza diventata definitiva nel maggio 2016, il tribunale di Trieste, dopo aver rilevato il passaggio in giudicato dell’ultima condanna che applicava alla donna 8 mesi di arresto per possesso ingiustificato di arnesi atti allo scasso, si era pronunciato sulle condanne precedenti, rendendo definitiva la pronuncia di cumulo pene per un totale di 15 anni 1 mese e 15 giorni di reclusione e 8 mesi di arresto.

Inoltre sono state entrambe denunciate per possesso ingiustificato di strumenti di effrazione. A completamento degli accertamenti, la nomade è stata portata nel carcere di Capanne per scontare il suo debito con la giustizia. A carico della 27enne, invece, è stato emesso il foglio di via obbligatorio per la durata di tre ed è stata allontanata dalla città.