Elezioni ad Assisi, il vescovo Sorrentino: «Calunniato in campagna elettorale»

Scoppia il caso: il presule offre il suo perdono e «richiama a impegno per il bene comune»

Il vescovo, monsignor Domenico Sorrentino

Il vescovo, monsignor Domenico Sorrentino

Perugia, 20 giugno 2016 - Denuncia «il clima di aggressione» cui è stato sottoposto nel corso di una «campagna elettorale che ha registrato ad Assisi toni particolarmente accesi», il vescovo, monsignor Domenico Sorrentino, che offre comunque il suo perdono a quanti, paventando un suo sostegno a questo o quel candidato, si sono spinti fino alla calunnia: questo perchè il presule assisiate comprende che «i tempi di passione spingono a simili derive», come spiega un comunicato della diocesi, all’indomani del voto di ballottaggio. Sorrentino, che formula i suoi «auguri di buon lavoro al neo-eletto sindaco, Stefania Proietti, e a tutti gli eletti, di ogni ispirazione e parte politica, nel rinnovato consiglio comunale», auspica «un rasserenamento degli animi e una rinnovata capacità di collaborazione», riproponendo i dieci punti del messaggio che lo stesso presule diffuse all’inizio della campagna elettorale.

Per Sorrentino, quei dieci punti «si pongono al di là e al di sopra degli schieramenti e delle geografie politiche», esprimendo «la politica della persona umana, che non né di destra, né di sinistra, né di centro». Tornando a coloro che lo hanno attaccato in campagna elettorale, Sorrentino si domanda «se quanti si sono espressi su di lui in modo così apertamente proditorio, approfittando del suo silenzio di rispetto elettorale, siano stati all’altezza di una città che dovrebbe distinguersi anche per il suo livello culturale e il suo spirito di pace». All’indomani del ballottaggio, la Chiesa di Assisi «prega per quanti sono chiamati a governare, perché abbiano luce e forza, lasciandosi alle spalle le tensioni elettorali, per un servizio finalizzato sempre e solo al bene comune, nel rispetto dei valori umani e cristiani che contraddistinguono, agli occhi del mondo, la Città Serafica».