Truffa milionaria grazie al ricco omonimo

Cinquantenne senese si chiama come un imprenditore e chiede polizza da 1,5 milioni: smascherato ad Arezzo

 Agenti privati hanno scoperto il caso di omonimia usato per tentare la truffa

Agenti privati hanno scoperto il caso di omonimia usato per tentare la truffa

 Arezzo, 20 novembre 2014 - Le vie della truffa sono infinite. E anche un caso di omonimia può diventare uno strumento utile per tentare di imbrogliare il prossimo. Lo sa bene un distinto signore senese di circa cinquant’anni che nelle settimane scorse ha cercato di ingannare un’agenzia assicurativa della città, l’Axa di via Calamandrei. Solo grazie all’intervento di un investigatore privato l’imbroglio è stato scoperto poco prima di andare a buon fine: un affare potenziale da 1,5 milioni di euro che però ha destato i sospetti degli agenti assicurativi che, grazie alle ricerche incrociate dei detective privati, hanno smascherato l’abile truffatore: si era spacciato per un facoltoso omonimo che opera da anni nel settore dell’intermediazione immobiliare.

Tutto inizia quando all’Axa Assicurazioni guidata dall’agente generale Alberto Sabatini si presenta un cinquantenne ben vestito, con modi eleganti e parlata forbita. Chiede di poter stipulare un contratto di capitalizzazione dal valore milionario. Una bella occasione in un periodo in cui la crisi morde in tutti i settori, compreso quello assicurativo. La richiesta era per una polizza assicurativa di capitalizzazione con la quale il cliente affida una certa somma di denaro all’assicuratore, il quale si impegna a restituirla a scadenze successive, aumentate degli interessi maturati nel corso della durata contrattuale.

È iniziato tutto l’iter stabilito per attivare il rapporto contrattuale: all’Axa si fanno prima consegnare la copia del documento di identità e poi chiedono una serie di documenti finanziari necessari a dimostrare la congruenza del reddito con la richiesta. Per prudenza l’entità della polizza viene limitata a soli 300 mila euro.

«Dopo qualche giorno il senese – racconta Alberto Sabatini – si è ripresentato con una documentazione dettagliata che dimostrava un reddito annuo da circa mezzo milione di euro. Al mio collaboratore che ha seguito il cliente sembrava tutto a posto. Ma poi il cinquantenne ha chiesto di poter pagare i 300 mila euro con assegni di Poste Italiane che, come noto, non sono protestabili. Ha chiesto con insistenza di poter ritirare subito i documenti contrattuali perché non aveva tempo da perdere, dovendo partire per lavoro. Per prendere tempo gli abbiamo proposto di farci avere un bonifico della stessa somma: nel giro di due giorni la polizza sarebbe stata consegnata».

Un comportamento sospetto che ha messo sul chivalà gli agenti Axa, visto che la firma e la consegna del contratto sono elementi fondamentali della stipula al quale è poi complesso sottrarsi. Alberto Sabatini ha deciso di affidarsi alla Falco Investigazioni di Carlo Nencioli per avere qualche informazione in più sull’uomo che, come detto, si presentava come un intermediario immobiliare con lunga esperienza nel settore. L’indagine è durata appena 36 ore: il senese in realtà conduceva una vita modesta molto al di sotto di quello che aveva detto, abitava in un complesso di case popolari e aveva un reddito di poche migliaia di euro all’anno. Come aveva fatto a presentare una documentazione da Paperon de’ Paperoni? Semplice, sfruttando l’omonimia con un imprenditore con cui le differenze anagrafiche e di residenza apparivano impercettibili a un primo sguardo. In pratica, con chissà quale escamotage, era riuscito a impadronirsi degli estremi fiscale dell’intermediario con lo stesso nome e cognome. Naturalmente il bonifico da 300 mila euro non si è mai visto e il truffatore, nel frattempo, si è volatilizzato.