Una notte per tuffarsi nel futuro. "Non c’è sviluppo senza ricerca"

Il prorettore Frati spiega il senso della quarta edizione dell’iniziativa

EVENTO INTERNAZIONALE Venerdì la ‘Notte dei ricercatori’ si svolgerà in contemporanea in trecento città di tutta Europa

EVENTO INTERNAZIONALE Venerdì la ‘Notte dei ricercatori’ si svolgerà in contemporanea in trecento città di tutta Europa

Siena, 23 settembre 2014 - ‘BRIGHT’, la notte dei ricercatori a a Siena raggiunge la quarta edizione e lo fa con un pieno di eventi. La nostra guida nel viaggio della cultura da divulgare è il prorettore Francesco Frati.

Professore, che ne pensa della definizione di ricercatore come l’‘innovatore con la testa fra le nuvole’?

"L’innovatore mi sta bene, come persona che cerca sempre qualcosa di nuovo, che sia una tecnica, uno strumento o un oggetto o anche una legge. Rigetto invece la testa fra le nuvole: il ricercatore è pienamente cosciente di quello che sta facendo, del suo percorso e dell’importanza del suo studio all’atto pratico. Perché qualsiasi lavoro ha sempre l’obiettivo di migliorare la nostra vita e l’approccio con il mondo. E l’attaccamento alla realtà del ricercatore si legge nel suo entusiasmo nel raccontare, al grande come al bambino, cosa ha trovato sulla sua strada, quello cui è arrivato".

Perché la notte dei ricercatori?

"E’ l’occasione e il modo con cui loro stessi spiegano l’importanza dei loro lavori alla comunità. Un evento per capire che non c’è sviluppo senza ricerca e innovazione. Questa è l’occasione per far sapere alla gente quanto è importante investire in ricerca".

Quante persone saranno coinvolte nella notte di venerdì?

"Contando che sono più di 40 eventi, con relativi gruppi di ricerca (almeno tre persone per ognuno) direi circa 150 persone, fra docenti, ricercatori e persone coinvolte nei progetti".

L’iniziativa che si svolge in contemporanea in 300 città d’Europa, trova a Siena qualche particolarità?

"Trova le eccellenze della nostra Università. Dunque i progetti nel campo dell’innovazione tecnologica, applicata fra l’altro al biomedicale e mi riferisco alla robotica come ai software applicati alla disabilità. Poi c’è la specificità dei beni culturali: cui sono dedicate le esperienze degli investigatori dell’arte (illustrata a Rocca Salimbeni), come anche le visite al Santa Maria della Scala che per la prima volta da contenitore di iniziative diviene quest’anno oggetto di studio. Infine l’unicità di Siena è nelle ricerche in Antartide, per cui abbiamo in città un museo".

In un pomeriggio pieno di eventi, ha qualche consiglio su cosa non perdere?

"Più che consigliare, approfitto per ricordare che c’è la possibilità di prenotare alcune dimsotrazioni, in modo da gestire al meglio il tempo disponibile. E abbiamo cercato di concentrare molti eventi in due cortili (Rettorato e San Francesco) non lontani fra loro. La novitò di quest’anno è poi nel coinvolgimento delle scuole superiori: questo si legge nell’appuntamento definito ‘saranno famosi’ nel corso del quale saranno illustrati due progetti di ricerca di studenti delle scuole".

Dove porterebbe suo figlio?

"Sicuramente a vedere gli insetti e dai paleontologi (San Francesco). Per i più tecnologici la curiosità è senza dubbio la robotica".

Paola Tomassoni