Mps, arrivato l'ok della Bce: la banca è salva

Via libera all'aumento da 5 mld e alla vendita di 27 mld di sofferenze lorde

Monte dei Paschi di Siena

Monte dei Paschi di Siena

Siena, 29 luglio 2016 - La Bce benedice il maxi-piano di salvataggio del Monte Paschi di Siena e il Cda guidato da Fabrizio Viola lo approva. Dopo una maratona al vertice, durata quasi dieci ore, la banca ha potuto finalmente varare l'operazione di messa in sicurezza dell'istituto targata JpMorgan e Mediobanca. Un via libera non scontato se si pensa anche al clamoroso piano alternativo presentato al foto-finish da Corrado Passera e Ubs ma che alla fine è stato bocciato dal Cda di Siena, senza neanche permettere all'ex ministro di presentarlo personalmente come peraltro era atteso alla vigilia. Si chiude così, quindi, l'estenuante trattativa tra Siena, Roma, Bruxelles e Francoforte per avviare la dismissione di 27,7 miliardi di sofferenze lorde del Montepaschi (su un totale di 47 miliardi) con un prezzo medio del 33% del valore nominale dei prestiti. L'operazione avverrà tramite una maxi-cartolarizzazione a cui parteciperà il fondo Atlante bis che dovrebbe raccogliere fino a 5 miliardi di euro entro l'8 agosto. Inoltre, il trasferimento degli Npl sarà affiancato da un prestito ponte che tamponerà le perdite della banca fino al varo dell'aumento di capitale da 5 miliardi di euro atteso entro fine anno. «È andato tutto bene», ha commentato il consigliere, Fiorella Bianchi, al termine del Cda. Da parte sua invece un altro componente del consiglio Antonino Turicchi ha spiegato che il piano Passera è stato bocciato visto che quello di Viola era da ritenersi più solido. «Abbiamo esaminato tutto ma c'era un altro piano, quello approvato poi dalla Bce, solido». Proprio alla luce del piano alternativo, la Consob ha acceso un faro sul flusso informativo e sull'andamento dei prezzi in Borsa del titolo dove nella seduta ha guadagnato il 6,2% riportando la capitalizzazione sopra la soglia dei 900 milioni di euro. Tra le altre sorprese della giornata anche i conti. La banca ha annunciato infatti di aver chiuso il semestre con un utile netto sopra le attese del mercato a 302 milioni. Il risultato ha beneficiato soprattutto del «provento fiscale di 134 milioni di euro, relativo al trattamento fiscale di talune componenti reddituali connesse all'operazione Alexandria contabilizzato nel secondo trimestre». Inoltre, nel corso dei sei mesi si è ridotta di 1,5 miliardi l'esposizione sui crediti deteriorati lordi. Nel secondo trimestre il calo è stato di 1,9 miliardi grazie alle dinamiche della gestione del credito che confermano il positivo trend dei precedenti trimestri.