Spiagge libere... occupate. La Procura in municipio

Dopo le denunce, interrogati funzionari del Comune

La «rivolta» dei frequentatori del Maestrale partita da Facebook per salvare il bagno dalle demolizioni

La «rivolta» dei frequentatori del Maestrale partita da Facebook per salvare il bagno dalle demolizioni

Sarzana, 25 luglio 2015 - L’INDAGINE sugli sconfinamenti degli stabilimenti balneari nelle spiagge libere di Marinella non si è ancora chiusa. Il fascicolo sull’occupazione delle aree demaniali è nelle mani del Gip Tiziana Lottini e del pubblico ministero Monteverde che ha affidato le indagini a carabinieri e Capitaneria. E alla Procura, a quanto pare, non sono bastati gli atti ufficiali acquisiti e le verifiche svolte sulla spiaggia. Nei giorni scorsi infatti sono stati ascoltati dal pubblico ministero funzionari e tecnici dell’ufficio comunale che si occupa di demanio. Le loro dichiarazioni sono ovviamente secretate ma è possibile ipotizzare che a interessare la magistratura sia la delibera di indirizzo approvata con cui la giunta comunale dava mandato al dirigente di rilasciare le autorizzazioni provvisorie allo sconfinamento. L’Hotel Rondine aveva dunque occupato la spiaggia libera accanto a quella già concessa ma le autorizzazioni in realtà non erano state rilasciate. I tecnici comunali avevano infatti riscontrato l’irregolarità del provvedimento ipotizzato vista la mancata adozione del piano spiagge e la giunta aveva ritirato la sua delibera in autotutela. Non è escluso che la Procura voglia verificare anche le concessioni provvisorie rilasciate negli anni precedenti.

MA la questione delle spiagge libere non è l’unica ad infiammare il litorale. La notifica del verbale che, almeno in teoria, dovrebbe precedere di pochi giorni l’ingresso in spiaggia delle ruspe, è arrivata ieri mattina, mentre il gruppo nato su Facebook per «Salvare il Maestrale» superava i quattromila ’like’. E’ l’atto finale del sopralluogo effettuato nei giorni scorsi sulla spiaggia di Marinella dall’ufficio locale della Guardia Costiera e dalla polizia municipale dopo la sentenza del Consiglio di Stato che conferma la validità dell’ordinanza di demolizione per le opere giudicate abusive dei bagni Maestrale e Grecale.

AL MESSO comunale i titolari dei due stabilimenti hanno consegnato copia dell’ennesimo ricorso con cui l’avvocato Alberto Antogetti chiede una sospensiva. Ma la sentenza non è arrivata e il Comune deve invece dare corso all’ultima del consiglio di stato eseguendo la demolizione delle opere realizzate sull’area demaniale ritenute abusive. Il verbale conferma l’inottemperanza all’obbligo di demolizione. Se non arriverà la sospensiva e i balneatori continueranno a ignorare la sentenza definitiva, il Comune dovrà procedere direttamente alla demolizioni rifacendosi poi delle spese sostenute.