Rapina in banca vestiti da finanzieri. Condannati i banditi di Ortonovo

Sentenza per due della ‘banda’ inseguita e presa dopo un inseguimento

Ortonovo, 13 ottobre 2016 - SI ERA presentato in banca con la divisa da finanziere. Un escamotage per fare da apripista ai complici: rapinatori, come lui, di lungo corso che, con pistole e coltelli alla mano, avevano minacciato i dipendenti e razziato i soldi delle casse. Accadde il 23 marzo scorso alla filiale di Ortonovo della Cassa di risparmio di Carrara. Un colpo da 9mila euro. Ieri per la finta fiamma-gialla Nicola De Mare di 42 anni e uno dei compari, Claudio Greco di 48 anni, è scoccata la resa dei conti con la giustizia ad epilogo dell’istruttoria sviluppata dal pm Claudia Merlino. Entrambi sono stati condannati dal gip Marta Perazzo a sei anni e 8 mesi di reclusione per rapina aggravato. E’ accaduto all’esito del rito abbreviato, con la discussione della causa allo stato degli atti. Devono essere fischiate le orecchie ad un altro complice, Luca Gallo di 32 anni che, per la stessa vicenda, subito dopo l’arresto, patteggiò la pena a due anni di reclusione. Scelta azzeccata all’epoca, visto quello che è successo ieri agli altri compiutati. Di certo De Mare e Greco hanno fatto muro alla richieste investigative si svelare altri colpi; mentre Gallo assunse un atteggiamento collaborativo. Per un altro componente della gang, invece, il giudice ha accolto un’eccezione difensiva sulla competenza territoriale; gli atti dovranno essere trasferiti Savona a fronte del fatto lui contestato in continuazione con il colpo ad Ortonovo: la rapina ad una banca di Noli.

I QUATTRO, nella scorsa primavera, il giorno successivo alla rapina di Ortonovo erano stati bloccati dai carabinieri di Torino dopo un inseguimento che si era concluso sull’autostrada in un’area di servizio a Sestri Levante. Si trovavano a bordo di tre auto diverse. I carabinieri avevano chiamato l’operazione «Mirafiori» perché è lì, nel popoloso quartiere di Torino, che abitano i cinque malviventi. L’indagine era iniziata nell’estate del 2015 dopo la rapina all’agenzia della Carige di Noli. Un’infrazione per eccesso di velocità, rilevata da un autovelox, aveva fatto puntare l’attenzione dei carabinieri su un’auto che poteva essere quella utilizzata dai banditi durante la fuga, anche perchè quella stessa macchina, nei giorni precedenti all’assalto, era già stata filmata dalle telecamere lungo il percorso fra Spotorno e Noli. Indagando su quell’auto i carabinieri sono risaliti al proprietario (risultato estraneo alla rapina di Noli) e a un suo amico, Claudio Russo, lui sì già conosciuto dalle forze dell’ordine che aveva preso parte all’assalto della banca di Ortonovo. Nelle perquisizioni i carabinieri avevano sequestrato divise originali della Guardia di Finanza, tre pistole vere e perfettamente funzionanti (tutte con il caricatore pieno, ma non con il colpo in canna, una Beretta 92 s calibro 9, una Beretta 85 calibro 9 (utilizzate fino a qualche anno fa dalle forze dell’ordine) un Crvena Zastava calibro 7,65, cecoslovacca. E il bottino della rapina: novemila euro.