La Baracca, il nuovo cartellone del teatro

La regista Maila Ermini: "Senza contributi è più dura. Sono stata incerta se continuare"

Il teatro "La Baracca", a Casale di Prato

Il teatro "La Baracca", a Casale di Prato

Prato, 21 settembre 2014 - A raccontarla, sembra quasi una favola. Un tempo vecchio rimessaggio per attrezzi contadini, oggi il teatro La Baracca di Casale si avvia verso la sua 22esima stagione teatrale con tanti nuovi appuntamenti. Certo, senza i finanziamenti della Regione è più dura: "Sono stata incerta se continuare, poi ho detto sì", confessa Maila Ermini che anche nelle difficoltà ha sempre cercato di portare avanti la sua idea di teatro. Un teatro "pane e marionette" – come lo definisce Maila che parla all’interno di una struttura realizzata con materiale del tutto riciclato.

Il filo conduttore della nuova stagione sarà lo scandalo, inteso dal punto di vista etimologico del termine: ovvero l’inciampo, l’ostacolo. Così si spiega la copertina, dove è raffigurata una donna che annega, come fosse quasi la cultura stessa, chiamata oggi ad evitare l’oblio. Il primo appuntamento è fissato per sabato con lo spettacolo “Miriam, moglie di Gesù” che vedrà l’esordio delle debuttanti Federica Angeloni e Francesca Lenzi. Sabato 15 novembre è la volta di “Un’ottava di sera”: una lezione­spettacolo sull’ottava rima. Sabato 20 dicembre invece tocca a “L’infanzia negata dei Celestini” di e con Maila Ermini, cui seguirà la presentazione della seconda edizione dell’omonimo libro. Nel nuovo anno andrà in scena “Cattiverie” di e con Gianfelice D’Accolti che ci spiegherà quanto "è facile essere cattivi e volgari" e quanto, invece, "è difficile essere cattivi ed eleganti". Da sottolineare anche la “Festa della Poesia” a marzo che prevede una piazza poetica dedicata a tutti i verseggiatori. Ma l’appuntamento più interessante è senz’altro “Lo spettacolo della città”: un cammino teatrale in Prato che parte dalle periferie, passa per le zone più evocative e finisce nei non luoghi della città. Il tutto, ovviamente, alternato ad interventi teatrali per favorire una partecipazione collettiva, a dimostrazione del fatto che l’arte non per forza deve essere ‘ricca’.

Alessandro Pistolesi