Pontedera: "Al cimitero c’è un tesoro da salvare"

Dibattito in consiglio sulla ‘cittadella antica’ appartenuta alle famiglie agiate

Una delle cappelle devastate da crepe e cedimenti (Germogli)

Una delle cappelle devastate da crepe e cedimenti (Germogli)

Pontedera, 26 febbraio - Il Comune annuncia una operazione di salvataggio del suo patrimonio storico cimiteriale. "Operazione difficile – ha detto l’assessore ai lavori pubblici Matteo Franconi rispondendo a un’interrogazione di Alessandro Puccinelli della Lista Civica – perché in certi casi bisognerà andar a cercare lontani eredi di famiglie di un secolo e più fa, ma ci metteremo al lavoro. Intanto di ricerca per passare poi ai provvedimenti da applicare".

Viaggia verso i 200 anni il quadrato più antico del cimitero comunale e purtroppo dimostra tutta la veneranda età che risale ai tempi del Granduca di Toscana. Tetti che crollano, lapidi che si sfarinano, statue che perdono pezzi, cappelle gentilizie dove più nessuno mette mano chi sa da quando. Un patrimonio storico artistico monumentale che potrebbe attirare anche visitatori (in altre parte d’Italia succede) e che pur nell’attuale degrado arrivato in certi punti all’estremo limite testimonia la nobilità imprenditoriale e commerciale della Pontedera dell’800 e inizio ‘900.

Una Pontedera dove famiglie come i Crastan (che però hanno rifatto la loro cappella) i Morini, Bellincioni e via di seguito, erano già all’avanguardia toscana e nazionale dell’imprenditoria prima che arrivasse la Piaggio a raccogliere idealmente loro eredità. Mentre la presenza di questi “signori” spronava anche famiglie meno abbienti a realizzare strutture e monumenti funerari di valore, usanza oggi perduta in gran parte.

Puccinelli aveva chiesto interventi urgenti per salvare almeno il salvabile. "La parte più antica del nostro cimitero – ha spiegato l’assessore – ha tante cappelle gentilizie a suo tempo cedute in proprietà con la formula dei 99 anni, durante i quale la manutenzione è a carico degli eredi. Ma decine di cappelle sono ormai abbandonate a se stesse, con la conseguenza di rappresentare un pericolo, di crolli e degrado, anche per altre ancora tenute abbastanza bene".

"La legge dice che se non vengono fatti interventi di manutenzione il comune rientra in possesso di quelle aree e delle sue strutture interne anche se non sono ancora scaduti i 99 anni, il che implica un grosso impegno. Al quale però l’amministrazione non si vuole sottrarre – ha detto l’assessore – sia perché non è giusto perdere questo patrimonio di memoria, sia perché in quelle cappelle possono subentrare altri". Fra l’altro, il comune ha già messo in vendita una cappella restaurata, ma per ora, a quanto sembra, non ci sono state richieste.