Festino hard, la perizia del tribunale inguaia i ragazzi

Avvocati all'opera per preparare il contro esame: il 6 giugno requisitoria, arringhe e sentenza

Tribunale

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Pontedera, 21 maggio 2016 - La difesa sta già affilando le armi per il 6 giugno. Gli avvocati di Edoardo Nieri e Mattia Rizza sanno benissimo che il processo se lo giocheranno tutto nel contro esame dei periti nominati dal tribunale, gli stessi che hanno nuovamente ribaldato la situazione: "Non esiste il Ghb nelle Schweppes in commercio". E' l'ultimo colpo di scena nel processo sul festino hard a base di sesso e (forse) droga che vede sul banco degli imputati i due ventenni accusati di aver abusato sessualmente di una coetanea dopo averla drogata nel luglio del 2014. Un’accusa che è valsa loro sei mesi di rigore carcerario e sette mesi di arresti domiciliari. La libertà fu restituita ai due ragazzi nell’autunno scorso quando la difesa mise a segno un colpo che sembrò poter segnare in maniera indelebile l’intero processo: la professoressa Bertol, luminare della tossicologia forense, «smontò» in aula – davanti il collegio presieduto da Pietro Murano - la prova regina (la presenza di droga) trovata dal professor Giusiani, consulente del pm: nelle Schweppes   in commercio ci sono, rilevabili, tracce di Ghb (droga dello stupro) quale frutto della fermentazione. Un colpo di scena in piena udienza, un gol potente nella fitta rete tessuta dall’accusa. Fu in quella circostanza che Rizza e Nieri furono rimessi in libertà, al termine di un’udienza dal clima teso e febbrile che si concluse con la scelta da parte del collegio di procedere ad una perizia del tribunale: «decisiva – disse Murano, giudice di grande esperienza e cautela – all’accertamento della verità». Quella perizia è arrivata, con tempi lunghi, ma stavolta il risultato lo porta a casa la Procura. I periti nominati dal tribunale non hanno trovato il Ghb nella Sweeps in commercio. Il risultato conforta in pieno le conclusioni alle quali era giunto il professor Giusiani, le cui indagini sono state valutate: «in linea con i dettati previsti dai protocolli forensi».  «Iindagini accurate, quelle di Giusiani», ha poi specificato la professoressa Borriello, tossicologa del collegio peritale, che ha sottolineato, come le prove in bianco siano risultate tutte negative e che, come da letteratura, il Ghb si rilevi in bevande dove c’è fermentazione, pur: «in tracce influenti dal punto di vista tossicologico». La perizia del tribunale affronta anche la sintomatologia da assunzione di Ghb con alcol, in riferimento al caso in questione. In aula hanno riferito il professor Gaetano Bonocore (medico legale) e il professor Giovanni Gallotta (medico internista): il vomito persistente, l’alterazione dello stato di vigilanza sono sintomi accusati dalla presunta vittima e compatibili con quanto «sarebbe» accaduto alla ragazza nelle ventiquattr’ore precedenti. Sotto accusa anche l’esame del capello, quello che ha escluso l’assunzione del Ghb sia negli imputati che nella presunta vittima. «Dopo quattro mesi - ha detto la professoressa Borriello, studi alla mano – quell’esame non esclude e non attribuisce». La difesa, lamentando l’eccessivo ritardo sulla presentazione delle perizie, ha chiesto il rinvio del contro esame. Serve tempo per preparare un appuntamento così importante. Concesso: si farà il 6 giugno, in una giornata fiume che proseguirà con requisitoria e arringhe; poi – forse a tarda sera – la sentenza con la prima verita giuridica su questa storia che vede in campo grandi avvocati da entrambe le parti. Sostiene l'accusa il pm Aldo Mantovani.