Terremoto, famiglie di Montopoli ad Amatrice: "Il camper saltava"

Famiglie di Montopoli ad Amatrice

Il racconto delle famiglie in vacanza in camper ad Amatrice

Il racconto delle famiglie in vacanza in camper ad Amatrice

Pontedera, 25 agosto 2016 - L’INCUBO, la paura, il terrore in piena notte di ritorno dalla Grecia per due famiglie di Montopoli ferme in camper in un parcheggio a una ventina di chilometri da Amatrice, il paese del Lazio devastato dal terremoto. «Ci siamo svegliati improvvisamente poco dopo le 3,30 quando c’è stata la prima scossa – racconta Daniele BaggianiIl camper sobbalzava in una maniera impressionante, le ruote di alzavano da terra. Ho guardato i miei figli, nel letto, saltavano. Una cosa mai vista. Momenti di paura e terrore. Anni fa ho vissuto un terremoto in Grecia, ma così è stato davvero impressionante». Baggiani racconta la notte nell’epicentro del terremoto tra Lazio, Umbria e Marche, mentre è a Perugia, sulla strada del ritorno. «Dopo alcune ore di attesa – aggiunge il montopolese, titolare di un’azienda artigiana per la lucidatura dei pavimenti – siamo riusciti a partire. La polizia ci ha indicato alcune strade libere e percorribili evitando le gallerie, crollate o pericolanti, e così abbiamo potuto riprendere la strada di casa».

LA FAMIGLIA Baggiani (Daniele, con la moglie Silvia Sani e i figli Edoardo e Amelia) stava facendo ritorno da un periodo di vacanze in Grecia, con il camper. Insieme a loro un’altra famiglia di Montopoli, quella degli amici Marcello Lucchesi e Alessia Fossetti con i figli Giulia e Alberto. «Lunedì eravamo di ritorno dalla Grecia – dice ancora Daniele Baggiani – Siamo sbarcati ad Ancona con quattro ore di ritardo, ma avevamo voglia d’Italia e soprattutto di cibo italiano e per questo ci siamo diretti verso Amatrice. Ma il forte ritardo della nave dalla Grecia ci ha fatto arrivare nella cittadina del sud del Lazio quando ormai era tardi, troppo tardi per andare a cena. Così ci siamo fermati su una parcheggio attrezzato per i camper a una ventina di chilometri per dormire. Ad Amatrice avremmo dovuto andarci ieri».

ALLE 3,35 della notte i camper delle due famiglie di Montopoli hanno iniziato a sobbalzare, le ruote si rialzavano dal terreno di molti centimetri. La paura. «Nel sonno non siamo riusciti a capire cosa stesse succedendo – dice ancora Baggiani – pensavamo al vento. Ma subito dopo abbiamo capito che era il terremoto. Dopo la prima scossa, fortissima, ce ne sono state altre di entità più lieve. Dopo quaranta minuti ancora una scossa molto forte, come la prima. Ovviamente ci siamo svegliati tutti subito dopo la prima scossa e abbiamo iniziato a sentire le sirene. Abbiamo capito che era successo qualcosa di molto grave».

LE LUCI del giorno hanno svelato la tremenda tragedia che ha colpito i paesi sulle pendici dell’Appennino centrale tra Lazio, Umbria e Marche: Amatrice e Accumoli in provincia di Rieti, Arquata e Pescara Picena in provincia di Ascoli Piceno. Decine di vittime, case rase al suolo, sfollati, migliaia le persone senza casa, senza più affetti, con i volti spaesati e imbiancati dalla polvere delle loro abitazioni crollate. «La polizia – conclude Daniele Baggiani – ci ha incanalato su una strada percorribile. Abbiamo oltrepassato due passi di montagna per aggirare le zone devastate dal sisma. Non è stato possibile entrare nei paesi, ma abbiamo visto alle porte di molti centri, piccoli centri di montagna che abbiamo attraversato sulla strada del ritorno a casa, decine di persone assistite dalla protezione civile. I mezzi di soccorsi che arrivavano da altre parti d’Italia».