Cassa d'espansione ai laghi Primavera: il progetto rischia di fermarsi

L'Autorità di bacino: "Manca uno studio idrogeologico sulla falda"

Sopralluogo ai laghi Primavera

Sopralluogo ai laghi Primavera

Pistoia, 27 febbraio 2014 -  «Se il progetto delle casse d’espansione ai laghi Primavera non dovesse concretizzarsi, come già verbalizzato durante i vari collegi di vigilanza, i soldi che la Regione e l’autorità di bacino hanno stanziato per l’opera rimarranno per il territorio pistoiese». Gaia Checcucci segretario generale dell’Autorità di bacino non ha usato giri di parole al termine del suo excursus storico sul progetto delle casse d’espansione ai laghi Primavera e l’intervento connesso al bacino di Gello. Il progetto al momento è in fase di stallo e rischia di non andare avanti, almeno per diverso tempo.

Durante la seduta congiunta delle commissioni due e tre, Checcucci, convocata insieme al presidente del consorzio Medio Valdarno Marco Bottino dai presidenti Alessandro Capecchi e Alessandro Giovannelli, ha spiegato infatti che, nonostante il ridimensionamento complessivo delle opere previste in zona viale Adua e, appunto, nel bacino di Gello, il nucleo di valutazione regionale in sede di assoggettabilità ambientale, abbia «consegnato» al Comune di Pistoia una serie di prescrizioni. La stessa autorità di bacino ha sottolineato nel documento la mancanza di uno studio idrogeologico sulla falda freatica che valuti il rischio di eventuali allagamenti di edifici che insistono sull’area dei laghi, ipotesi, tra l’altro, già ventilata da uno dei tecnici interpellati dalla Fipsas, la federazione di pesca sportiva che pratica le sue attività ai laghi Primavera.

«Si tratta di scelte politiche – ha detto Checcucci – che non possono essere valutate da noi tecnici. Quello che possiamo dire è che quasi sicuramente il progetto tornerà al Ministero e serviranno mesi e mesi, per la valutazione d’impatto ambientale». Se in passato il problema legato alle casse d’espansione collegate al bacino di Gello è stato squisitamente finanziario ( Publiacqua si tirò indietro rispetto ai 15milioni da stanziare) oggi il blocco è, al contrario, puramente tecnico e progettuale. «Una gestazione e crescita difficoltosa» – ha commentato ironica Gaia Checcucci. Due ora sono le strade che l’amministrazione può scegliere di percorrere: o ritirare il progetto e usare i fondi già stanziati per la messa in sicurezza del territorio o attendere la valutazione del Ministero dell’ambiente. Certo è che la nutrita platea dei frequentatori dei laghi che ieri ha assistito alle commissioni, naturalmente contraria all’opera, per ora tirano un sospiro di sollievo. Le commissioni continueranno a lavorare. Entro breve saranno convocati i tecnici della Regione.

Michela Monti