Tana Termini rischia l'incendio. Fumo da una cella del compostore

Pompieri all'opera da 48 ore sul sito. Il primo allarme lanciato da alcuni cittadini

L'impianto di compostaggio di Tana Termini

L'impianto di compostaggio di Tana Termini

Popiglio (Pistoia), 14 maggio 2017 -  Presidio dei Vigili del fuoco all’impianto di compostaggio di Tana Termini, a causa di un processo di biodegradazione e autocombustione che si è innescato in una delle celle, con potenziale pericolo di incendio.I pompieri si trovano sul posto dal primo pomeriggio di venerdì scorso,12 maggio.  Da tempo il sito non è più presidiato dal gestore, la Sistemi biologici srl, peraltro dichiarata fallita, ma al suo interno sono ancora stoccate circa 5mila tonnellate di materiale organico.  Alcuni cittadini avevano inoltrato già da qualche giorno segnalazioni di odori anomali ai soggetti competenti. Venerdì pomeriggio il curatore fallimentare, Ivo Vannini, e il responsabile tecnico comunale Cristiano Vannucchi, durante un’operazione di svuotamento delle vasche del percolato e delle acque meteoriche, hanno notato la fuoriuscita di fumo dall'impianto.

Così è partita la chiamata ai vigili del fuoco che, arrivati, hanno aperto i portelloni dell’impianto per far uscire il denso fumo. Solo verso le 22 sono riusciti ad entrare, accertando che il problema riguardava una sola cella. Scongiurata l’ipotesi iniziale di incendio, si è capito che il fumo era dovuto all’autocombustione del materiale, non del tutto inerte. I pompieri di Limestre e Pistoia, tramite un’apertura, hanno buttato acqua sui cumuli per tutta la notte e la mattina di ieri, nel tentativo di abbassare la temperatura nella cella, contando anche su un motoventilatore da Lucca. Ieri erano ancora sull’impianto Vannucchi e Vannini, poi Arpat. Intorno alle 13,30 i vigili del fuoco, che hanno istituto un comando sul posto, con rinforzi da Firenze, Lucca e Prato, hanno aperto la cella. L’ossigeno ha generato un principio di incendio, subito domato. È stato poi richiesto l’intervento di mezzi per trasportare fuori dalla cella il materiale che, una volta disteso, sarà bagnato e stoccato in sicurezza sul piazzale. La preoccupazione dei cittadini è palpabile.

 “Da mesi sottolineavamo la necessità di svuotare e mettere in sicurezza l’impianto – tuona Luciano Marcacci di Legambiente montagna pistoiese – non è stato fatto e queste sono le conseguenze. Nessuno si è mai preoccupato di chiamare le forze dell’ordine per verificare il rispetto delle prescrizioni che l’azienda, nella sua sciagurata gestione, non ha attuato. Dopo un periodo di sollievo, torniamo a respirare i miasmi dell’impianto, nella speranza che ciò non comprometta un’altra stagione turistica”.  Il curatore Vannini ribadisce la disponibilità a individuare soluzioni compatibili con l’aspetto ambientale e fallimentare. Il presidio dei pompieri durerà finché la situazione non sarà stabilizzata. Servirà poi un incontro urgente fra enti competenti per delineare la linea di intervento definitiva.