Scuola, la carica dei supplenti: centinaia in fila

Assegnati gli incarichi alle medie e alle superiori. Molti sono posti fino a giugno

I prof in attesa

I prof in attesa

Pistoia, 21 settembre 2017 - Erano più di 250 gli insegnanti in attesa di una cattedra per l’anno scolastico appena iniziato nella sala da ballo del Dopolavoro ferroviario adibita, per l’occasione, a sala convocazioni. L’appuntamento di ieri coinvolgeva gli insegnanti della provincia di Pistoia di prima e seconda fascia, indirizzati alle cattedre delle scuole medie e delle superiori per le supplenze annuali.

 

 Al termine dei lavori, quasi tutti sono tornati a casa con in tasca il proprio incarico: la maggioranza con un contratto fino al 30 giugno, mentre i più fortunati risulteranno assunti fino al 30 agosto. «Sono felice – racconta Marco Tagliavini – perché ho avuto un buon incarico alle scuole Pasquini di Massa e Cozzile. Il precariato? E’ il gioco di chi fa questo lavoro prima dell’assunzione di ruolo. Io però ho 30 anni e da quando mi sono laureato ho sempre insegnato».

 

Domani saranno convocati gli insegnanti di terza fascia, quelli più giovani. Qualcuno però sta già cercando di capire dove potrebbero rimanere posti vacanti alla prossima convocazione. «Mi sono laureato in filologia nel 2015 e subito dopo ho avuto il primo incarico a Pescia – racconta Massimo Vitulano di Montale –. Ho tantissima voglia di tornare a lavorare con i ragazzi, la scuola è il mio ambiente. La nostra, finchè si è giovani, è una precarietà migliore di altri, perchè in un modo o nell’altro una cattedra la si trova». I problemi cambiano in base alla regione: al sud le assunzioni sono meno frequenti e sono tanti gli insegnanti da Calabria, Campania e Sicilia a dover «emigrare» per insegnare nelle scuole di altre regioni, anche in Toscana. «Un po’ d’ansia c’è – conferma Valentina Federico – perchè alla convocazione, in un momento, si decide tutto il proprio anno lavorativo. Conosco insegnanti che, dopo non aver avuto nessun impiego, sono andati a fare il pony express o le cassiere, ma sono pochi. Anche se si raggiunge l’obiettivo dell’assunzione, non è facile essere catapultati dal giorno alla notte in una scuola nuova ed insegnare da subito. La speranza di tutti noi però è di diventare di ruolo, così da poterci concentrare solo su un istituto».

 

Il prossimo «concorsone» per accedere ai posti di ruolo sarebbe fissato per l’autunno 2018, ma ancora non è dato sapere su quali materie sarà. «Noi non possiamo lamentarci – racconta Alisia Della Greca – perchè siamo giovani, ora lavoriamo e abbiamo la speranza di diventare presto di ruolo». In sala l’atmosfera è movimentata ma le cattedre vengono assegnate una ad una nel corso della mattinata scorrendo le graduatorie. «Adesso l’anno scolastico può iniziare davvero – racconta Catia Fagioli, segretaria Cisl ed ex professoressa all’istituto Pacini – dopo che i presidi e le insegnanti, con tanto lavoro e molta buona volontà, hanno assicurato le lezioni nelle prime settimane in cui mancavano tanti colleghi. Il problema è che il ministero non ha trovato un modo per stabilizzare il precariato, così che ogni anno gli insegnanti devono in qualche modo ripartire da capo. Sarebbe ora che questi lavoratori avessero prospettive oltre il singolo anno scolastico».