Uccide il figlio, "Litigavano tutti i giorni". Agliana, una tragedia annunciata

Le testimonianze dei vicini di casa

Omicidio ad Agliana (Acerboni/FotoCastellani)

Omicidio ad Agliana (Acerboni/FotoCastellani)

Pistoia, 22 settembre 2016 -  Lo sparo è stato avvertito chiaramente nel silenzio della vita appartata tra le case popolari di Agliana. L’omicidio, che si è consumato ieri mattina poco dopo le 9 al primo piano dell’ultima palazzina di via Guido Rossa, è l’epilogo tragico di una storia fatta di solitudine e miseria. La vittima, Giovanni Vecchio, 52 anni, ex operaio tessile, da tempo invalido, è stato trovato in casa, freddato da un colpo di pistola.

A sparare sarebbe stato il padre Giuseppe, 87anni pensionato, anche lui invalido, al culmine dell’ennesima lite. Da tempo sembra che l’anziano subisse i quotidiani maltrattamenti da parte del figlio, una violenza che sarebbe stata rivolta anche alla madre, fino alla sua morte avvenuta tre anni fa. Ancora da chiarire l’esatta dinamica dei fatti, su cui stanno indagando i carabinieri del Norm di Pistoia, e il personale specializzato del Nucleo investigativo, guidati dal maggiore Luca Stegagnini, sotto la direzione del sostituto procuratore Linda Gambassi. L’allarme è stato dato dal fratello minore della vittima, Giuliano, 47 anni, che si è presentato alla stazione dei carabinieri poco dopo, per raccontare l’accaduto. Proprio il suo ritorno a casa, un mese fa, dopo un periodo di detenzione nel carcere di Prato per spaccio e detenzione illegale di armi, avrebbe scatenato nuove tensioni in famiglia, turbando un equilibrio già precario.

Sembra infatti che la vittima non vedesse di buon occhio questa convivenza e i litigi erano per questo diventati sempre più frequenti. Fino al tragico epilogo di ieri mattina. La miccia che ha acceso l’ennesimo diverbio sarebbe stato un asciugamano lasciato fuori posto. Il declino della famiglia sarebbe iniziato alcuni anni fa con la morte della mamma Norina. L’altra sorella, Maria Rosa, è sposata e fino a qualche tempo fa gestiva un locale assai frequentato, il Roxy Bar. Così, i tre uomini erano rimasti soli. Poi un’altra sciagura: circa dieci anni fa Giovanni si è ammalato e ha dovuto lasciare il suo lavoro, in un’azienda tessile del Pratese. La sua esistenza, come raccontano i vicini di casa, si era fatta sempre più appartata. Lo si vedeva fuori solo per fare la spesa con la sua bicicletta. Insieme al progressivo isolamento, i rapporti con il padre sarebbero andati peggiorando, anche a causa della malattia dell’anziano, costretto a muoversi grazie a un deambulatore. «Si sentivano litigare tutti i giorni – racconta una ragazza vicina di casa – Qui nessuno ci faceva più caso, perché tutti conoscevamo la situazione».

E così nessuno ha badato alle voci che ieri mattina hanno preceduto il colpo di pistola. Nell’appartamento, posto sotto sequestro, i carabinieri hanno trovato una pistola, una vecchia Beretta, risalente alla seconda guerra mondiale, irregolarmente detenuta, e il bossolo di un proiettile. Ai militari che lo hanno interrogato per tutto il pomeriggio, l’anziano ha raccontato di aver sparato al figlio dopo che lui aveva minacciato di ucciderlo. Oggi l’uomo sarà trasferito in una struttura carceraria adeguata alla sua età e alle sue condizioni di salute. Intanto, nell’istituto di Medicina legale di Firenze, sarà eseguita l’autopsia sul corpo della vittima, mentre i reperti raccolti sono stati inviati ai Ris di Roma.