Assolto l'avvocato di Mamma Ebe, era stato indagato per una telefonata

Gaetano Berni era finito sotto accusa per violazione di segreto d'ufficio

Gaetano Berni

Gaetano Berni

Pistoia, 6 maggio 2016 -  L’avvocato Gaetano Berni del foro fiorentino, uno dei penalisti italiani più in vista, e difensore storico di Mamma Ebe, la santona di San Baronto, è stato assolto con formula piena, perchè il fatto non sussiste, dall’accusa di violazione di segreto d’ufficio. E proprio sulla figura di Gigliola Giorgini, ha ruotato questa vicenda giudiziaria, iniziata sette anni fa quando la Santona era intercettata nell’indagine della Procura di Pistoia, diretta dal sostituto Francesco Sottosanti, che la portò all’arresto e alla condanna, resa definitiva recentemente dalla Cassazione, per associazione a delinquere ed esercizio abusivo della professione sanitaria. L’avvocato Berni finì sotto inchiesta per una telefonata (ascoltata dagli inquirenti) nella quale parlava con la sua assistita durante le attività di indagini difensive per un altro procedimento, e non quello avviato dai carabinieri all’epoca, per il quale, come è emerso in aula, stavano discutendo di una perizia patrimoniale che il legale stava sollecitando: «è noto che lei è controllata», fu la frase incriminata e che fu interpretata – come ci ha spiegato l’avvocato Claudio Del Rosso che ha difeso Berni insieme all’avvocato Gianfranco Tiengo – come se lui avesse saputo che la donna era intercettata e glielo rivelasse. Il processo si è snodato davanti al collegio presieduto dal giudice Raffaele Marino (a latere Francini e Rocchi).

Il pubblico ministero, Luigi Boccia, aveva chiesto l’assoluzione dell’avvocato Berni concludendo che la telefonata poteva essere fraintendibile, ma che non faceva riferimento a niente. L’avvocato Tiengo ha focalizzato la sua arringa sull’articolo del Codice Penale che vieta le intercettazioni fra avvocato e difensore, a garanzia dell’avvocato, e che sono quindi ritenute inutilizzabili, mentre l’avvocato Del Rosso ha sottolineato che da quella telefonata non si evinceva alcun avvertimento e che la Giorgini aveva continuato a parlare a ruota libera, e che la condanna successiva si fondava anche su quelle intercettazioni. Alla luce di tutto questo ha quindi concluso che la telefonata era interpretabile e che l’indagine non era stata compromessa. L’avvocato Berni non appena seppe di essere indagato, rinunciò alla difesa di Mamma Ebe.