Banche, mercati e rendimenti: cosa cambiare

Incontro a Pisa con Massimo Doris ad di Banca Mediolanum

Massimo Doris

Massimo Doris

Pisa, 14 luglio 2016 -  Si è svolto nella cornice del Palazzo dei congressi di Pisa l’incontro “Banche, mercati e rendimenti: cosa cambia, cosa cambiare”. Tra i temi toccati la Brexit, i tassi di interesse, il bail in e le scelte di investimento. "Stiamo vivendo un periodo di grandi cambiamenti, sia dal punto di vista economico-finanziario, sia per la massificazione nell’utilizzo della tecnologia, che pervade sempre di più la nostra vita quotidiana.” Spiega Massimo Doris, Amministratore Delegato di Banca Mediolanum. Il nostro sistema economico è messo a dura prova: negli ultimi anni il PIL italiano ha perso il 9% e nel momento in cui si intravedeva una ripresa economica si è manifestata la “brexit” che ha dato e darà un ulteriore rallentamento all’eurozona, in particolare all’Italia, per i problemi strutturali che da sempre la caratterizzano. A pagarne il prezzo è anche il sistema bancario nazionale, indebolito dall’ingente somma di crediti deteriorati - pari a 87 mld di euro netti - dalla diminuzione dei ricavi dovuti ai tassi negativi e dai costi elevati della gestione degli sportelli sul territorio con ripercussioni sui mancati finanziamenti al tessuto produttivo nazionale, vero motore della crescita. A questo si aggiunge il “bail in”, la direttiva europea entrata in vigore a gennaio che ha un impatto sui risparmiatori e i correntisti in caso di fallimento delle banche, che impone quindi una scelta accurata dell’istituto a cui affidare i risparmi. Oggi esistono dei parametri con cui valutare un istituto bancario: uno di questi è il Common Equity Tier 1 (CET1) che esprime il rapporto tra il capitale della banca e il suo investimento ponderato per il rischio. Il minimo richiesto dalla Banca Centrale Europea è 7%, dunque maggiore è il valore, maggiore è la garanzia per chi deposita i propri risparmi. Fondamentale è anche capire se una banca produce utili e se è attenta ai rischi. Per quanto riguarda invece la allocazione dei capitali, per anni la scelta è stata quella di investire su depositi bancari, titoli di stato o obbligazioni, che garantivano sicurezza e rendimento. Oggi i rendimenti di questi strumenti sono molto bassi e il mercato è estremamente volatile. Un uguale rendimento si potrebbe ottenere soltanto con un rischio troppo elevato. Per avere maggior sicurezza bisogna diversificare gli investimenti con un arco temporale di medio e lungo periodo. Per farlo è importante che un risparmiatore si affidi a un consulente in grado di gestire la sua emotività, che rischia di diventare preponderante nelle scelte di investimento, in particolare quando si tratta di soldi propri, magari risparmiati con il lavoro di una vita e con i quali si vuole dare un futuro ai propri figli. Un consulente quindi non solo dovrà essere sempre più competente, ma dovrà anche comprendere in modo approfondito i desideri e le aspettative dei clienti, creando un rapporto fiduciario di lunga durata.”