Calci e la Val Graziosa: storia, arte, balene e profumo di glicine

La Certosa monumentale, il Museo di Scienze Naturali, il convento di Nicosia, le colline ornate di olivi e le camelie in fiore. Calci e la Val Graziosa, paesino alle pendici del Monte Serra, si presentano così. Un luogo dell'anima. Da scoprire metro dopo metro

Calci Museo di Storia Naturale

Calci Museo di Storia Naturale

Pisa, 22 aprile 2016 - Alle pendici del Monte Serra, baciato dal sole, incorniciato da secolari piante d'olivo e toccato da un microclima unico in questa parte di Toscana nascosta, c'è il paese di Calci. Un luogo dell'anima, capitale di una vallata che se si chiama Graziosa ci sarà certo un perché... Un luogo già famoso intorno all'anno Mille per aver regalato un Papa alla comunità. Stiamo parlando del Santo Padre Eugenio III, nato Pietro Bernardo dei Paganelli, proprio a Montemagno (nel 1080 circa) in quella frazione che ancora oggi è tappa obbligata per gli amanti delle passeggiate tra i castagni del Monte Serra. 

Per la sua posizione strategica e la presenza della vicina Fortezza della Verruca, Calci si è sempre trovata coinvolta nelle sanguinose guerre medievali tra Pisa e Firenze. A partire dal Cinquecento, tuttavia, il paese iniziò a svilupparsi intorno al corso del torrente, dove fino al secolo scorso operavano oltre cento mulini mossi da ruote idrauliche. 

Dunque Calci è solo relarivamente una realtà Ubi Minor, perché a suo modo rappresenta nell'immaginario collettivo e nei percorsi turistici anche oltre i confini regionali, una tappa obbligata del sapere. Il Museo di Storia Naturale di cui l'università di Pisa ha saputo magistralmente valorizzarne i tesori collocandoli all'interno della Certosa, è infatti una delle strutture museali più  visitate della Toscana ed ha anche il raro pregio di essere ambita da studiosi, famiglie con bambini e viaggiatori consapevoli. Anche perché, oltre a conservare la più grande esposizione di cetacei d'Europa, Unipi allestisce all'interno dello stesso museo mostre di grande interesse e divulgazione come quella dedicata ai giganteschi dinosauri attiva fino ad agosto (www.msn.unipi.it). Secondo voi i vostri figli gradiranno? 

E l'occasione di approccio a questo luogo meraviglioso - fondato nel XV secolo grazie al lascito di un mercante armeno - e rappresentato da un complesso monumentale in stile barocco che comprende un grande cortile interno dedicato alla vita comune e una serie di edifici che lo circondano in cui sono ricavate le celle, gli orti e gli ambienti più riservati. Ma la visita al monumento calcesano più importante è anche un'occasione gustosa per lasciarsi emozionare dall'ambiente circostante anche non poco foriero di sorprese. 

A partire dal centro della frazione, raccolto intorno alla Pieve dei SS. Giovanni ed Ermolao (in in puro stile romanico pisano) che tutti chiamano semplicemente La Pieve. Paesino minuscolo ma gradevole per una passeggiata e un caffè o una sosta defaticante dopo un po' di trekking tra gli olivi, passione domenicale condivisa soprattutto in primavera quando i colori dei botton d'oro invadono di giallo i prati o le camelie fiorite punteggiato le colline di ogni sfumatura del rosa. Inevitabile, nel contesto di un pomeriggio decisamente pedonale tra l'odore del glicine in diffusione, l'ascesa alla chiesa e al convento di Sant'Agostino a Nicosia una gemma incastonata nel monte purtroppo lasciato morire nonostante l'impegno enorme del locale comitato a sua tutela. Il convento e la chiesa furono edificati fra il 1258 e il 1264 per iniziativa di Ugo da Fagiano, vescovo di Nicosia (Cipro) e furono usati dagli agostiniani finché questi furono uniti nel '500 con i Canonici regolari di San Salvatore (Bologna). L'edificio presenta una semplice struttura a aula unica ed è bello all'interno alzare gli occhi per osservare le belle decorazioni a fresco e a tempera dei secoli del Cinquecento.

E se avete tempo da dedicare a questi luoghi per più di un pomeriggio è davvero consigliabile un'avventura a piedi, in Mountain Bike o naturalmente anche in auto fino a Santallago (www.santallago.it) altra mèta Ubi Minor per il più classico dei pic nic domenicali.

 

Da non perdere

1) La Certosa Monumentale.

2) Il Museo di Storia Naturale dell'università di Pisa con le sue stupende mostre.

3) Il convento e la chiesa di Sant'Agostino a Nicosia.

4) Pieve dei SS. Giovanni ed Ermolao.

5) Santallago, sul Monte Serra: il paradiso dei pic nic.

 

Mangiare

1) Trattoria di Montemagno. Si mangia a volontà, si gustano la terra e i suoi sapori. Si spende il giusto. Cosa volete di più?

2) Il Conventino. C'è chi va per la tagliata, ma i motivi di una visita sono vari; dagli antipasti ai dolci fatti in casa.

3) La vecchia pieve. In centro, si mangia bene, anche il pesce (chi se lo aspettava?) e la pizza. Menù fisso conveniente per i budget ridotti.

4) Pasticceria Andreoni. Se non volete perdere troppo tempo a tavola, la sosta fast è in questo bel locale di via Roma, in centro. Un'insalata, un gustoso tramezzino e la pasticceria da perdere la testa.

 

Sulle note di Domenica Bestiale di Fabio Concato.