Un bebè dopo 50 anni a Uglianfreddo, il paese con quattro abitanti

L’emozione dei genitori e del nonno. «Vivrà benissimo nel nostro ambiente contadino»

La piccola Anastasia con la mamma Catiuscia (foto Massimo Pasquali)

La piccola Anastasia con la mamma Catiuscia (foto Massimo Pasquali)

Uglianfreddo (Fivizzano), 28 maggio 2015 - Gli strilli di un bebè arrivano ad allietare dopo 50 anni Uglianfreddo, un paesino incastonato tra i monti di Fivizzano, che sino a poco tempo fa contava solo 4 abitanti. Ha la tutina rosa perché il suo nome è Anastasia ed è nata all’ 1.28 di domenica scorsa all’Opa di Massa, dove la mamma Katiuscia Romiti, 43 anni, infermiera al pronto soccorso di Fivizzano, ha partorito felicemente per la gioia del papà 48enne Alberto Dellacasa, tecnico di radiologia. Un sogno realizzato per la famiglia, che ha scelto di vivere nel podere dei nonni, a 630 metri di altitudine, dove la natura si esibisce tra cime e valli: nicchia preziosa che l’isolamento ha salvaguardato nei secoli e dove ora nei prati trotterellano cavalli pronti ad essere sellati. Un posto che guarda dall’alto il torrente Mommio, dove Anastasia trascorrerà i suoi anni d’infanzia. La notizia la dà il nonno materno Ivo Romiti, di professione meccanico alla Spezia, ma nato a Uglianfreddo. Negli anni ’60 ha giocato come portiere nella Fivizzanese tra i dilettanti (viene ricordato come un kamikaze) e oggi alterna al lavoro la passione per l’arte, tra scultura e scrittura.

«La nascitadi Anastasia è una grande gioia – dice – non me l’aspettavo nemmeno più. E’ più di mezzo secolo che a Uglianfreddo non nasce nessuno. L’ultima è stata sicuramente una bambina, si chiamava Maria. Ricordo che avevo 7 anni». Nonno Ivo è davvero soddisfatto, dapprima per la scelta della figlia di andare a vivere col marito (conosciuto quando lavorava al San Martino di Genova) nella fattoria di famiglia in montagna, poi per la sorpresa della nipotina. «A Uglianfreddo starà benissimo, sono quattro case in croce, ma l’ambiente l’aiuterà a crescere con serenità in una vera fattoria dove la cultura contadina sa insegnare cose che in città possono solo sognare». Al paese ora sono in 5, statisticamente è un incremento demografico del 20%. Ci abitano anche un’altra figlia di nonno Ivo col marito: insieme gestiscono un forno nella vicina frazione di Pò dove viene cotto un pane famoso per la cottura a legna che è inserito nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali della Toscana. «Cuociono 500 pani da 1 kg al giorno e c’è veramente una grande richiesta. Ma in quella frazione vivono anche due cuginetti di Anastasia». Per sottolineare che la bimba avrà comunque compagnia. L’evento della nuova nascita scalda i cuori: è davvero straordinario, tanto che merita un festeggiamento particolare perché è anche un piccolo segno di crescita della montagna, tanto bistrattata. «Faremo una grande festa la seconda domenica d’agosto per la Madonna di Moci, di cui ho scolpito anni fa la statua - conclude nonno Ivo -. In quell’occasione sarà celebrato anche il battesimo di Anastasia. Voglio invitare tutti i fivizzanesi a partecipare».

N.B.