Altri dieci profughi in provincia

Gli immigrati suddivisi fra Massa, Carrara e Lunigiana

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Massa Carrara, 18 ottobre 2014 -  ALTRI DIECI profughi sono stati accolti in provincia , provenienti da Ragusa a seguito di uno degli innumerevoli e disperati viaggi della speranza. Sono arrivati lunedì notte a bordo di mezzi della Croce Rossa italiana ed accolti al centro di Casa Faci, a Marina di Massa. Il piano straordinario di accoglienza, anche nella nostra provincia, è iniziato a marzo dopo l’sos lanciato dal Ministero dell’Interno alla Prefettura locale a seguito dell’aggravarsi della situazione sulle coste della Sicilia. Dai 40 profughi arrivati a marzo, il numero è raddoppiato ma passibile di variazioni: in estate è stato superato anche il centinaio di presenze per poi assestarsi oggi su 80 persone. DUE SONO le strutture religiose individuate per la primissima accoglienza: Casa Faci e Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù, in via del Casone a Marina di Massa dove, grazie alla sinergia tra Prefettura, Questura e Asl, vengono applicati i primi interventi per la foto segnalazione, l’identificazione e i controlli sanitari. « All’inizio – come spiega la prefetto Vicario , dottoressa Anna Mitrano – i profughi venivano distribuiti un po’ su tutto il territorio, laddove si presentava la disponibilità di accoglienza. Successivamente si è ritenuto necessario individuare due sedi per la primissima accoglienza facilitando i controlli previsti. Dopo questo primo intervento v engono smistati nelle varie strutture che si sono rese disponibili: a Massa presso il campeggio Edera, a Carrara in un appartamento gestito dall’Arci, ad Aulla presso la Rsa Michelangelo, a Pontremoli presso il seminario vescovile. La Toscana è una terra molto sensibile alla cultura dell’accoglienza. Questa Provincia ha risposto in maniera esemplare, con uno sforzo congiunto dei 17 comuni. ​Gli enti hanno messo a disposizione dei mediatori culturali, figure fondamentali per lo scambio, per favorire la conoscenza del territorio e l’integrazione, se necessario » . Una catena di solidarietà, dunque, a cui tutti siamo chiamati, cittadini e istituzioni, e che ha fatto emergere l’importanza del volontariato: la Croce rossa italiana è impegnata nei trasporti, la Caritas e l’Arci nella gestione dei centri di accoglienza. « D a sottolineare anche la disponibilità dei privati – aggiunge la dottoressa – ma chiaramente dobbiamo attenerci alla capienza del territorio. E quando ci chiedono la ricognizione da Roma o da Firenze, noi rimaniamo fermi su questi numeri, che possono oscillare con partenze e nuovi arrivi”. E comunque la situazione sembra stabilizzarsi, considerando che con l’inizio della stagione piovosa, il numero dello sbarco dei profughi sarà notevolmente ridotto. Stiamo facendo il nostro dovere di cittadini e di istituzioni».