Esclusiva. Parlano i progettisti: "Senza Regolamento urbanistico si ferma tutto"

"Ecco cosa perderemo per 10 anni"

Il sindaco Volpi in consiglio comunale difende il piano urbanistico

Il sindaco Volpi in consiglio comunale difende il piano urbanistico

Massa, 22 febbraio 2018 - Si attende un Regolamento urbanistico ormai da oltre 30 anni ma lo strumento di pianificazione è ancora fermo al palo in consiglio comunale, ancorato da oltre 20 sedute alla fase di voto delle controdeduzioni. Il tempo stringe e, se non si rispettano le scadenze, tutto il lavoro sarà vanificato e si finirà in un limbo urbanistico da cui sarà difficile uscire prima di altri 10 anni.

Sul Ru si sono scontrati a lungo, in questi mesi, politica, sindacati e associazioni di categoria e ora, quando mancano poche settimane alla ‘scadenza’ sono i tecnici progettisti del Ru (Giorgio Castellari, Franco Lorenzani, Massimiliano Nocchi, Andrea Giacomo Tazzini e Nicola De Mastri) a dare un quadro dello strumento e di cosa la città rischia di perdere se il consiglio non terminerà i lavori entro la fine del mese di marzo. «La Regione stabilisce come scadenza il 24 luglio, data dopo la quale l’efficacia delle misure di salvaguardia del Ru adottato decadranno e si dovranno applicareregole più restrittive di quelle in uso a oggi. Il Comune deve trasmettere in Regione gli atti completi del Ru (con adeguamento dI tavole, relazioni e norme del Ru votate dal consiglio) non oltre la fine di marzo, ultima data utile affinché la Regione possa completare i propri adempimenti per approvare il Ru di nuovo in consiglio entro il 24 luglio».

Oltre tale termine svaniranno nel nulla opportunità e vantaggi che il Ru porta con sé. «E’ necessario che i cittadini sappiano quali sono le opportunità e i vantaggi che perderanno» scrivono i progettisti che mettono in fila tutti gli argomenti suddivisi in queste pagine. Quello che certamente interessa di più ai cittadini riguarda comunque il comparto abitativo: «Il Ru è stato particolarmente attento a prevedere le massime possibilità di intervento per favorire il recupero edilizio abitativo rispetto alla nuova edificazione, in una visione di sviluppo sostenibile. Le opportunità sono davvero tante (grazie anche a interventi positivi della Commissione urbanistica e dei consiglieri sulle osservazioni presentate) e altre ancora potrebbero essere introdotte, per cui sarebbe davvero incomprensibile se dopo questi sforzi non si arrivasse alla approvazione finale. Solo qualche esempio: sono consentiti ampliamenti fino al 30%, sostituzioni edilizie o delocalizzazioni per togliersi dalle aree a rischio idrogeologico con incrementi fino al 50%. Sopraelevazione per gli edifici ad un piano fino ad arrivare a 180 mq. Ampie possibilità di cambi d’uso. E tutti questi interventi, che rispondono a esigenze PIù di tipo familiare che imprenditoriale, non sono gravati del contributo dovuto per la città pubblica».

Tema altrettanto rilevante riguarda gli Ambiti di intervento (Aru) «che tanto hanno ‘scaldato’ il confronto in città. Il Ru adottato ne prevedeva 73. Di questi circa 30 sono stati stralciati. Giusto o sbagliato che sia (ed è pleonastico ribadire quale fosse la nostra opinione, visto che li avevamo previsti come occasione per riqualificare parti di città prive dei minimi requisiti di qualità), si può comunque dire che, ad oggi, nessuno può più lamentarsi. Infatti, chi non voleva gli Aru è stato accontentato. Chi invece li voleva e li vuole tutt’ora (ossia tutti i cittadini e gli operatori interessati dai circa 40 Aru rimasti e dai 16 Ambiti di recupero Arec) avrà la possibilità di realizzare nei prossimi anni interventi per circa 110.000 mq di Sul (oltre 2.000 alloggi, divisi a metà fra nuova edificazione e recupero). Una cifra significativa sia per le aspettative di molti cittadini che per gli operatori del settore edilizio. E significativa anche per le ricadute sulla città pubblica visto che questi interventi, attraverso la perequazione, forniranno le risorse per aumentare gli standard urbanistici di cui ha bisogno il nostro territorio. Gli esempi evidenziano che c’è più di un motivo fondato per ‘aspettarsi’ che il Rr venga approvato nei tempi previsti – concludono i progettisti – e che il consiglio comunale non perda questa occasione, col risultato che sarà inevitabile di far ripiombare la città nell’immobilismo che dura da più di 20 anni».