I detenuti si raccontano. Mario, fine pena mai: 'Ora do gli esami all’Università'

L’appello di Salvati ai giovani: «Studiare vi porta fuori dai brutti giri»

Mario Salvati è iscritto a Scienze Sociali a Pisa. Qui è con la nostra cronista Maria NudiTECNICO Marco Maranghi

Mario Salvati è iscritto a Scienze Sociali a Pisa. Qui è con la nostra cronista Maria NudiTECNICO Marco Maranghi

Massa, 12 luglio 2017 - «A SEI ANNI per motivi economici della mia famiglia sono stato messo in collegio. Mi sono sentito abbandonato. Ero solo un bambino». Mario Salvati, 62 anni, originario di Rodi Garganico, in Puglia, ha gli occhi azzurri profondi, profondi come il mare pugliese. Sono gli occhi di una persona che da giovane si è trovata nel vortice della criminalità, un vortice che lo ha inghiottito e portato in carcere. Sta scontando l’ergastolo, una pena, come ha scritto lui stesso nel libro “Uomini in viaggio”, vita natural durante. Una vita dietro le sbarre che paradossalmente hanno permesso a Mario Salvati di “rinascere”. Come? con lo studio, lo racconta lui stesso.

«Domani sosterrò l’esame universitario di Diritto di Famiglia alla Facoltà di Scienze Sociali a Pisa, è il secondo che faccio. Nel primo ho preso 27». E’ orgoglioso Mario Salvati, orgoglioso di essere “sopravvissuto” ad un destino che è stato il suo calvario giudiziario. Lui ha imparato a sopravvivere studiando anche quando era in isolamento. «Studiare – dice, e si rivolge ai ragazzi, a quei ragazzi che vedono nel guadagno facile lo specchietto per le allodole – ti porta ad uscire dalla realtà che stai vivendo».

Nei suoi anni di carcere Mario Salvati ha fatto il giro di tanti istituti penintenziari e dal 24 dicembre del 2015, da Pianosa, è arrivato in via Pellegrini. «Qui – dice – mi hanno dato fiducia. Dipingo, scrivo, studio. Ho trovato persone che credono in me e questo aspetto è fondamentale. Ai colloqui incontro la mia famiglia. Sono nonno e sono il nonno preferito di mia nipote». E poi ci sono i permessi-premio, la fede in Dio.

Mario Salvati ce l’ha messa tutta e grazie all’equipe del carcere di via Pellegrini oggi è un uomo diverso che lancia un appello ai giovani che escono dal binario giusto: «Solo lo studio vi porta fuori dai brutti giri. Tutto il resto vi porta in carcere. Ricordo che quando con la mia famiglia ci siamo trasferiti dalla Puglia a Cinisello Balsamo dei negozi esponevamo cartelli con questa scritta: “vietato l’ingresso ai meridionali, ai veneti e alle persone con il cane”». Quei cartelli hanno spinto Mario Salvati nel vortice, giorno dopo giorno, e il conto con la giustizia è stato salato. Poi la rinascita, la scoperta che quel bambino abbandonato in collegio avrebbe da grande studiato, scritto libri, dipinto quadri con un prezzo alto da sostenere. Mario Salvati dice, riguardo al suo futuro e alla pena dell’ergastolo: «Non ci penso, vado avanti senza pensare. Camminando».

 

Fotoservizio

di Paola Nizza