Cade in una buca su un marciapiede Attende i soccorsi per quasi un’ora

Ci sono voluti 50 minuti perché l’ambulanza trovasse lo Stadio

Soccorsi (foto archivio)

Soccorsi (foto archivio)

Carrara, 26 giugno 2017 - Cade su un marciapiede: insegnante finisce al Noa. Una docente di lettere è scivolata su un marciapiede dissestato e ha riportato una brutta caduta. Da lì una vera e propria odissea per raggiungere l’ospedale. La professoressa stava percorrendo a piedi il viale XX Settembre, con la sorella e il nipotino, quando un dislivello del marciapiede le è stato fatale. NEI PRESSI dello Stadio è scivolata e precipitando a terra si è fratturata i due polsi e una gamba e ha riportato varie contusioni. Immediatamente la sorella ha chiamato il soccorso del 118 che per raggiungere la zona dello Stadio ha impiegato ben 50 minuti. Dalle 9,25, orario della prima chiamata i soccorsi – così racconta la famiglia in una lettera inviata alla redazione – sono arrivati alle 10,15 dopo numerosi solleciti e telefonate. Giunta al pronto soccorso, i medici le hanno diagnosticato fratture e contusioni guaribili in 40 giorni con la necessità di un intervento chirurgico. «Non è escluso – scrivono i parenti – che la famiglia agisca per vie legali per far valere i propri diritti chiedendo un risarcimento per l’infortunio all’ amministrazione comunale». Non è la prima denuncia giunta in redazione per marciapiedi e strade sconnesse, così come si tratta dell’ennesimo caso che attende per lunghi quarti d’ora l’arrivo dei soccorsi che con la centralizzazione del servizio di ambulanza e con la definizione di area vasta impiegano spesso troppo tempo per raggiungere le varie località dei sinistri. «Sono visibili restringimenti del marciapiedi sempre lungo il viale salendo verso Carrara – si legge nella lettera – in punti alterni tra piante incolte, radici che sollevano la strada e non permettono il passaggio, costringendo carrozzine e persino i più agili ad attraversare la strada per proseguire – conclude la lettera – il cammino col rischio di essere investiti». A questo si aggiunge il pericolo serio dei soccorsi che potrebbero davvero compromettere la salvezza di una persona e che dovrebbero essere effettuati da personale del territorio che conosce a menadito strade e luoghi. Invece assistiamo spesso a odissee di quanti attendono a lungo prima che l’ambulanza, partita da chi sa dove, individui tramite Google map la località da raggiungere