Arriva una storica firma, le cave adesso sono dei Bin Laden

Il gruppo arabo ha comprato per 45 milioni metà della Marmi Carrara CAVE IN VENDITA: SI TRATTA CON LA FAMIGLIA BIN LADEN

Cava di marmo

Cava di marmo

Carrara, 31 luglio 2014 - CARRARA un po’ più araba o gli arabi un po’ più carrarini. E’ giunto il giorno della firma. Ieri davanti al notaio Alessandro Matteucci arabi e carraresi hanno stretto il patto di compravendita delle cave Sam. La famiglia Bin Laden è sempre più carrarina, essendo diventata ieri con l’atto di acquisto proprietaria di metà delle cave della Marmi Carrara, ossia di metà di un terzo dei bacini di marmo bianco. La totale proprietà della Società “Erton”, che è titolare del 50 per cento della “Marmi Carrara”, cui fa capo la metà della Sam, era di proprietà delle famiglie di Piacentini e Volterrani e dei carraresi Ciro Gaspari e Giancarlo Tonini che ieri, in cambio di poco meno di 45 milioni di euro, hanno trasferito le quote alla società “Cpc Marble & Granite Ltd”, con sede in Cipro, che appartiene al gruppo arabo della famiglia Bin Laden.

L’atto è avvenuto davanti al notaio, dopo trattative partite circa nove mesi fa e definite già fin dallo scorso dicembre. Nel corso degli incontri è stato perfezionato, oltre all’accordo sulla diligence, anche le clausole contrattuali, il piano industriale e le garanzie della nuova società che arriva a Carrara. La presidenza della nuova spa, in cui il 50 per cento è ancora nelle mani delle vivaci aziende di Umberto Franchi e dei Rossi del Fiorino, sarà affidata agli arabi, mentre amministratore delegato sarà l’ex ad Andrea Rossi. 

La Sbg, Saudi Binladen Group, lo ricordiamo, si occupa di petrolio, energia e costruzioni ed è, per fatturato, il terzo gruppo al mondo nel settore delle costruzioni. 38 miliardi di dollari, quando tutte le cave del comprensorio messe insieme fatturano 200 milioni di euro. Opera già da anni nel settore del marmo e con la nostra città ha già avuto contatti e rapporti lavorativi: solo nello scorso anno ha avuto commesse apuane per 40 milioni. In quest’anno ha stanziato 20 miliardi di dollari per investimenti all’estero. Gli acquirenti sono stati assistiti nel corso delle trattative dallo studio legale Menchini, con Sergio Menchini, Gianni Tognoni e Antonio Menchini, e dalla multinazionale della consulenza e revisione Price Waterhouse Coopers; mentre i venditori sono stati assistiti da Giulio Andreani. 

Al territorio, oltre alle garanzie di un gruppo solido che ha assicurato che aumenterà la lavorazione in loco per investire in un grande polo tecnologico, resta la speranza che parte di questi 45 milioni vengano riutilizzati dagli imprenditori carraresi per investimenti in città, proprio come succedeva una volta, per il rilancio di un settore che ha bisogno di nuova linfa e per una città che senza il supporto della sua prima classe imprenditoriale non riuscirà a rialzare la testa.